sabato 27 Settembre 2025
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Bologna

Bologna: Tensione alta, ma scongiurati scontri tra manifestazioni

La serata bolognese si è risolta senza il previsto scontro, ma con una densa atmosfera di tensione latente, testimonianza della polarizzazione politica che attraversa la città.
Due iniziative, apparentemente distinte ma profondamente interconnesse, si sono confrontate in un contesto di crescente conflitto ideologico e sociale.

Da una parte, un corteo promosso congiuntamente da Usb, Potere al Popolo e Cambiare Rotta, ha attraversato il centro storico, raccogliendo un centinaio di partecipanti.

Il percorso, che da Porta Lame si è diretto verso lo stadio Dall’Ara, mirava a esprimere una forte opposizione alla manifestazione antisionista organizzata da Forza Nuova, guidata da Roberto Fiore, che si teneva in prossimità di piazza della Pace.
La presenza di un numero ristretto di partecipanti alla manifestazione di Fiore, circa trenta persone, non ha smorzato l’attenzione e la preoccupazione che serpeggiava nell’aria.

La preoccupazione era palpabile, soprattutto se confrontata con la portata della manifestazione del lunedì precedente, orchestrata da Usb e che aveva visto la partecipazione di decine di migliaia di persone, generando un acceso dibattito politico e sociale.

Quella mobilitazione aveva messo a nudo le fratture profonde che attraversano la città, alimentando polemiche e contrapposizioni.
La possibilità di nuovi scontri era percepita come una minaccia concreta, data la complessità delle dinamiche in gioco e la presenza di elementi potenzialmente destabilizzanti.
Il corteo del sindacato, tuttavia, ha dimostrato una gestione ponderata, svoltando pacificamente all’altezza di via Andrea Costa, in prossimità dello stadio, accogliendo le disposizioni delle forze dell’ordine che avevano predisposto la chiusura della strada.

L’atmosfera era carica di simbolismo: bandiere palestinesi sventolavano tra fuochi d’artificio e cori che denunciavano lo strumentario utilizzo dell’antisionismo da parte di movimenti di estrema destra.
Il messaggio era chiaro: la solidarietà verso la Palestina non può essere manipolata o distorta per fini politici opportunistici.
Il corteo si è poi confluito in un presidio permanente, trasformando simbolicamente piazza Maggiore in “piazza Gaza”.

Questo atto, carico di significato politico, rappresenta una presa di posizione netta e una rivendicazione di diritti.
Le grida dei manifestanti – “Blocchiamo questo governo, blocchiamo tutto” – esprimono un senso di frustrazione e una volontà di cambiamento radicale, alimentato dalla crisi umanitaria in Palestina e dalle politiche governative percepite come inefficaci o ingiuste.
Il presidio permanente rappresenta un segnale di continuazione della protesta e un invito ad una riflessione più ampia sulle cause profonde del conflitto israelo-palestinese e sulle responsabilità della comunità internazionale.
L’evento, pur concludendosi senza violenze, rimane un monito sulla crescente polarizzazione sociale e sulla necessità di promuovere il dialogo e la comprensione reciproca.

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