La borsa edizione 2025 del progetto “Dire, Fare, Amare”, un’iniziativa di educazione affettiva promossa da Coop, incarna un potente monito e un tributo alla memoria di Giulia Cecchettin, la giovane vittima di femminicidio avvenuto due anni fa.
Il disegno che adorna la borsa, opera della stessa Giulia, è un simbolo tangibile di un talento spezzato troppo presto e un appello alla riflessione profonda sui meccanismi che innescano la violenza di genere.
L’iniziativa si configura come un’azione concreta a sostegno della Fondazione Cecchettin, nata proprio per perseguire gli obiettivi di sensibilizzazione e prevenzione che Giulia avrebbe voluto realizzare.
La collaborazione, avviata lo scorso settembre, si estende a diversi ambiti, tra cui la formazione del personale Coop, testimoniando un impegno strutturale verso la promozione di una cultura del rispetto e dell’uguaglianza.
Per ogni borsa venduta nei punti vendita Coop Alleanza 3.0, nel circuito Coop Italia e nelle librerie Coop a partire dalla prossima settimana, saranno devoluti 50 centesimi alla Fondazione, generando un impatto positivo e duraturo.
Il primo esemplare, un gesto simbolico di consegna, è stato presentato nel superstore di Padova, un momento di commozione e condivisione.
“Dire, Fare, Amare” non è solo un progetto, ma un vero e proprio percorso educativo volto a decostruire stereotipi dannosi e a promuovere la consapevolezza delle dinamiche relazionali.
Chiara Faenza, responsabile sostenibilità Coop Italia, sottolinea come l’iniziativa rifletta l’urgenza di analizzare l’impatto delle parole e la cruciale importanza della prevenzione, soprattutto in un contesto sociale segnato da una frequenza allarmante di episodi di violenza.
La borsa, quindi, si trasforma in uno strumento di conoscenza e divulgazione, un oggetto che stimola il dialogo e l’approfondimento.
La Fondazione Cecchettin ha espresso con commozione come l’iniziativa rappresenti un modo significativo per onorare il sogno di Giulia, aspirante illustratrice, permettendo alla sua arte di raggiungere un pubblico più vasto.
La condivisione del disegno di Giulia diventa così un atto di speranza e un invito a coltivare relazioni basate sul rispetto, l’empatia e la responsabilità.
L’iniziativa, in definitiva, non si limita a un gesto di solidarietà, ma si pone come un catalizzatore di cambiamento culturale, promuovendo un futuro in cui la violenza di genere non trovi più spazio.







