La vicenda giudiziaria che coinvolge Roberto Sabatini, ex amministratore del porto turistico di Cervia, si conclude con una sentenza definitiva della Corte di Cassazione che conferma la condanna a tre anni di reclusione. La decisione, resa pubblica in seguito alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso presentato dall’imputato, difeso dagli avvocati Lorenzo Valgimigli e Franco Coppi, pone fine a un complesso iter processuale segnato da accuse gravissime e da questioni di natura giuridica delicata.L’inchiesta, che si è sviluppata negli anni, prendeva le mosse da presunte irregolarità nella gestione dei canoni demaniali dovuti dallo stesso Sabatini. L’accusa contestava la presentazione di dichiarazioni fuorvianti agli enti competenti, Regione Emilia-Romagna e Comune di Cervia, nel periodo compreso tra il 2010 e il 2016. Queste pratiche, secondo l’accusa, avrebbero permesso di evadere il pagamento di una somma considerevole, stimata in circa 450.000 euro, provocando un danno patrimoniale diretto allo Stato e alla collettività. Il meccanismo investigativo si concentrava sull’analisi dei flussi documentali e delle relazioni tra l’amministratore e gli uffici regionali, cercando di ricostruire il quadro di una presunta frode fiscale.Parallelamente, l’indagine si estendeva ad ulteriori capi d’imputazione, quali i reati di calunnia. Secondo l’accusa, Roberto Sabatini avrebbe cercato di screditare, attraverso false accuse, i legali rappresentanti della società che lo aveva succeduto nella gestione della Marina di Cervia, oltre a funzionari della Polizia Giudiziaria coinvolti nei sequestri e negli interventi di sgombero degli spazi portuali. Questa condotta, si sosteneva, mirava a ostacolare le indagini e a proteggere sé stesso da possibili conseguenze legali. La gravità di queste accuse, unite alla complessità del quadro tecnico-giuridico legato alla gestione del demanio, aveva reso il processo particolarmente articolato e mediaticamente rilevante.La sentenza della Cassazione, pur confermando la responsabilità penale di Sabatini, ha tenuto conto della prescrizione dei reati iniziali di falso e truffa, elementi che avrebbero potuto alterare la ricostruzione dei fatti e la determinazione della pena. Nonostante ciò, la Corte ha disposto la liquidazione dei danni in favore delle parti civili costituite, tra cui il Comune di Cervia, rappresentato dagli avvocati Ermanno Cicognani, Nicola Roda, Antonio Petroncini, Chiara Rinaldi e Christian Biserni. Questa decisione sottolinea l’importanza di tutelare il patrimonio pubblico e di garantire il risarcimento dei danni causati da comportamenti illeciti, rafforzando il principio di legalità e la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Il caso solleva inoltre interrogativi sul sistema di controllo della gestione del demanio e sulla necessità di rafforzare i meccanismi di prevenzione delle frodi e delle irregolarità, al fine di tutelare il bene pubblico e garantire la trasparenza nell’amministrazione della cosa pubblica.
Cervia, Sabatini: Cassazione conferma la condanna a 3 anni
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