Il processo per il fallimento del Cesena Calcio si è concluso a Forlì con una sentenza complessa e articolata, che getta luce su un intricato sistema di operazioni finanziarie e gestionali che hanno portato al crollo della società romagnola.
Al centro del dibattito, l’accusa di manipolazione dei bilanci attraverso plusvalenze artificiali, ottenute tramite cessioni di calciatori tra il Cesena e il Chievo Verona.
Luca Campedelli, figura chiave nel panorama del calcio veronese e già presidente del Chievo, è stato giudicato colpevole in relazione al bilancio 2017-18, con una condanna a due anni di reclusione.
La sentenza evidenzia come le cessioni di calciatori, apparentemente transazioni di mercato standard, fossero in realtà orchestrate per gonfiare artificialmente i valori dei giocatori e alterare la percezione della solidità finanziaria del Cesena.
Un elemento cruciale della sentenza è l’assoluzione di Rino Foschi, ex direttore sportivo del Cesena, il cui difensore, l’avvocato Mattia Grassani, ha sottolineato come l’assoluzione, formulata con la formula “non avere commesso il fatto”, rappresenti una piena riabilitazione professionale e personale.
Questa assoluzione segna una netta distinzione nel ruolo e nelle responsabilità all’interno del meccanismo accusatorio.
Anche Luca Mancini, ex direttore generale del Cesena, è stato assolto.
L’avvocato Tommaso Guerini ha espresso grande soddisfazione per la sentenza, sottolineando come essa riconosca la correttezza dell’operato di Mancini, il quale ha sempre agito nell’interesse della squadra e della città di Cesena.
Il processo ha visto anche la prescrizione di Graziano Pransani, ex vicepresidente, mentre altre figure dirigenziali, tra cui Mauro Giorgini, Claudio Manuzzi, Christian Dionigi, Stefano Bondi e Barbara Galassi, hanno ricevuto condanne che variano dai tre anni e dieci mesi a quattro anni e quattro mesi, riflettendo il loro diverso grado di coinvolgimento e responsabilità.
Luigi Piangerelli, ds del settore giovanile, ed Enrico Brunazzi, sindaco della società controllante, sono stati invece assolti.
È importante ricordare che la vicenda si è già conclusa con patteggiamenti da parte degli ex presidenti Igor Campedelli e Giorgio Lugaresi, segnando l’inizio di un percorso giudiziario che si è protratto per anni e che ha avuto pesanti ripercussioni sulla reputazione e la carriera di molti dei protagonisti coinvolti.
La sentenza di Forlì, pur arrivando a distanza di tempo, rappresenta un importante tassello nella ricostruzione della verità e nella ricerca di responsabilità per il fallimento del Cesena Calcio, un evento che ha lasciato un segno profondo nel mondo del calcio italiano.
La complessità del caso evidenzia le delicate dinamiche che spesso si celano dietro le operazioni finanziarie nel calcio professionistico e l’importanza di un controllo rigoroso per garantire la trasparenza e la correttezza delle operazioni.