Cesena inaugura un capitolo significativo nella sua storia amministrativa, accelerando la trasformazione digitale dei servizi demografici con l’implementazione completa della piattaforma nazionale Ansc (Archivio nazionale informatizzato dei registri dello stato civile).
Questo passaggio, lungamente atteso, segna l’abbandono definitivo del supporto cartaceo per la registrazione di eventi vitali fondamentali: nascite, decessi, unioni civili, matrimoni e acquisizione della cittadinanza.
L’iniziativa non si configura solamente come un aggiornamento tecnologico, ma come una profonda rielaborazione del modo in cui l’amministrazione comunale gestisce informazioni sensibili e documenti di importanza cruciale per i cittadini.
L’adozione della firma elettronica per gli operatori dello Sportello Facile e la possibilità per i cittadini di utilizzare Spid, Carta d’Identità Elettronica (Cie) o, in alternativa, la firma autografa su supporto fisico, testimoniano un approccio flessibile e inclusivo volto a garantire la continuità del servizio e la facilità d’accesso per tutti.
Questa digitalizzazione si inserisce in un percorso più ampio di modernizzazione dei servizi comunali, avviato con la migrazione all’Anagrafe nazionale, un processo in cui Cesena si è distinta come uno dei primi comuni italiani ad adottare questa soluzione ministeriale.
Analogamente, sono state implementate innovazioni nel comparto elettorale, dimostrando un impegno costante verso l’efficienza e la trasparenza amministrativa.
Il passaggio all’era digitale innesca una riflessione sulla storia dell’amministrazione cesenate.
Sebbene la redazione formale degli atti di stato civile inizi formalmente nel 1866, le prime registrazioni documentate risalgono al 1805, un periodo segnato dalla dominazione napoleonica.
Questo periodo storico fu caratterizzato da un graduale processo di laicizzazione e separazione tra potere religioso e civile, con conseguente trasferimento della gestione degli eventi civili, come nascite e matrimoni, dalle mani della Chiesa allo Stato.
L’Ansc, dunque, rappresenta non solo un passo avanti tecnologico, ma anche un sigillo sulla riconfigurazione storica del ruolo dell’ente pubblico nella vita dei cittadini, aprendo nuove prospettive per la conservazione, l’accessibilità e la sicurezza dei dati demografici.








