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Cure Fragili a Bologna: Un Modello Innovativo per la Sanità del Futuro

Riorganizzare la Cura della Fragilità: Un Modello Integrato per la Sanità del Futuro a BolognaBologna, 25 Luglio – In risposta alla crescente complessità demografica e alle esigenze di una popolazione anziana sempre più fragile, l’Ausl di Bologna, in collaborazione con il Policlinico di Sant’Orsola, ha inaugurato un nuovo paradigma assistenziale: il Team Cure Intermedie Territoriali.

Questo progetto innovativo mira a ridefinire il percorso di cura per gli anziani vulnerabili, spostando il focus dall’approccio ospedalocentrico a un modello di assistenza domiciliare proattiva e personalizzata, con l’obiettivo di ridurre gli accessi inappropriati al pronto soccorso e i ricoveri ospedalieri, spesso destabilizzanti per la persona anziana.
Il modello, che opera con una solida base multidisciplinare, coinvolge un team dedicato di 16 geriatri, il cui impegno si articola tra la gestione di 17 posti letto di geriatria a Budrio e il supporto a 9.

800 persone con disturbi cognitivi, in stretta collaborazione con 57 Case della Comunità (Cra) sparse sul territorio.
La sinergia tra ospedale, territorio e medicina generale si configura come pilastro fondamentale per una cura realmente centrata sulla persona.
L’organizzazione del servizio si struttura su tre livelli di intervento, concepiti per rispondere a una gamma diversificata di esigenze.

Il primo livello assicura una rete di consulenze telefoniche accessibili a tutti i distretti dell’Ausl, fungendo da filtro iniziale e da punto di contatto immediato.
Il secondo livello, caratterizzato da briefing multidisciplinari settimanali, permette una valutazione approfondita dei casi più complessi, con l’attivazione di visite geriatriche a domicilio programmate per una gestione proattiva.

Infine, il terzo livello, introdotto in fase sperimentale nel distretto di Bologna, rappresenta una risposta tempestiva a situazioni di instabilità acuta, garantendo interventi domiciliari entro 72 ore.

Questo livello cruciale offre la possibilità di ricorso a strutture intermedie come le Case della Comunità o un ricovero ospedaliero diretto, bypassando l’emergenza del pronto soccorso.
I primi tre mesi di attività hanno dimostrato l’efficacia del modello: 682 persone sono state accolte nel percorso assistenziale, con 757 colloqui telefonici, 381 briefing multidisciplinari e 589 visite domiciliari effettuate.

L’attivazione del terzo livello ha coinvolto 83 persone, evidenziando l’importanza di una risposta rapida e mirata in situazioni di emergenza.

“Questo progetto rappresenta un passo avanti significativo verso una sanità più umana e accessibile, capace di integrare armoniosamente territorio, ospedale e strumenti digitali,” sottolinea Anna Maria Petrini, Direttrice Generale dell’Ausl di Bologna.

“L’invecchiamento della popolazione e la crescente complessità dei profili epidemiologici richiedono un potenziamento mirato del territorio, come dimostrano servizi innovativi come la geriatria domiciliare e l’orto geriatrico.

”Chiara Gibertoni, Direttrice del Policlinico di Sant’Orsola, aggiunge: “L’obiettivo è creare un sistema in cui ogni polo sanitario – ospedale, territorio, medicina di base – operi in stretta sinergia e coordinamento, garantendo continuità, linearità e, soprattutto, la centralità della persona anziana nel processo di cura.

Questo modello è un esempio concreto di come l’innovazione e la collaborazione possano migliorare significativamente la qualità della vita dei nostri concittadini più fragili.

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