Le attività investigative volte a localizzare Elia Del Grande, culminate con la sua individuazione serale presso la sua residenza a Cadrezzate, hanno affrontato significative complessità, originate dalla profonda familiarità del ricercato con il territorio.
La sua capacità di muoversi con disinvoltura e ripetute manovre evasive attraverso la fitta vegetazione che caratterizza la fascia tra Ternate, Travedona Monate, Cadrezzate con Osmate e le aree limitrofe, ha rappresentato un ostacolo non trascurabile.
Come sottolineato dai Procuratori della Repubblica di Modena e Varese, rispettivamente Luca Masini e Antonello Gustapane, in un comunicato congiunto, la fuga di Del Grande non è stata un’operazione solitaria.
L’esistenza di una rete di persone, non meglio specificate ma presumibilmente legate al fuggitivo, ha fornito supporto logistico e informazioni preziose, facilitando la sua latitanza.
Si ipotizza che tali complici abbiano contribuito a schermare i suoi spostamenti e a fornire riparo.
Un elemento peculiare e inatteso emerso durante le indagini è l’utilizzo, da parte di Del Grande, di un pedalò per navigare sul lago di Monate nelle ore notturne.
Questa scelta, apparentemente paradossale, suggerisce una conoscenza approfondita delle dinamiche del lago, dei suoi punti ciechi e delle abitudini delle forze dell’ordine.
L’utilizzo di un mezzo di trasporto silenzioso e difficile da individuare, in un ambiente naturalmente buio e ricco di ostacoli come darsene e canneti, testimonia una pianificazione meticolosa e una notevole capacità di adattamento da parte del fuggitivo.
Le modalità di fuga rivelano un profilo di latitante non solo abile nel conoscere il territorio, ma anche capace di sfruttare al meglio le sue peculiarità per eludere i controlli.
L’episodio del pedalò, in particolare, suggerisce una certa audacia e un’improbabile familiarità con le acque del lago, sollevando interrogativi sulle sue precedenti attività e sui suoi contatti nell’area.
L’indagine, ora, si concentra sull’identificazione e la quantificazione del ruolo dei presunti complici, e sull’analisi più approfondita delle rotte utilizzate da Del Grande per comprendere meglio la sua strategia di fuga e i suoi possibili obiettivi.
La complessità del caso evidenzia la necessità di una collaborazione sinergica tra le forze dell’ordine dei diversi territori coinvolti e l’impiego di tecnologie avanzate per il monitoraggio e l’analisi dei dati.







