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Due vite spezzate: il mistero dei bambini a Bannone

Nel silenzio del piccolo cimitero di Bannone, a breve distanza da Traversetolo, una lapide reca un messaggio semplice, un’eco di dolore e mistero: “Per sempre nei nostri cuori”.
Accanto, un fragile bouquet di fiori, due pupazzetti disposti con cura, come custodi di un’assenza troppo precoce.
Qui riposano Angelo Federico e Domenico Matteo Granelli, due vite spezzate nel fiore degli anni, nati e sotterrati nel giardino di casa dalla madre, Chiara Petrolini.
La vicenda, venuta alla luce in modo drammatico, si snoda attraverso un intricato groviglio di eventi e scelte controverse.
La cerimonia di benedizione e sepoltura, celebrata in forma privata nel marzo precedente, aveva lasciato in sospeso la posa definitiva della lastra di marmo, simbolo di un lutto ancora troppo grezzo per essere cristallizzato.

L’aggiunta recente della lapide commemorativa, con l’iscrizione dei nomi e delle date di nascita dei bambini, ha reso pubblica una storia che si era consumata nell’ombra.

Samuel Granelli, ex compagno di Chiara, ha compiuto un atto singolare e profondamente simbolico: ha firmato contemporaneamente l’atto di nascita e quello di morte dei figli, scegliendo i loro nomi e conferendo loro il suo cognome.
Chiara ha partecipato alla stessa procedura, davanti al Tribunale civile di Parma, in una formalità che amplifica il paradosso e la complessità della vicenda.

I due parti sono avvenuti in un arco temporale di pochi mesi: il 12 maggio 2023 e il 7 agosto 2024.
La scoperta del corpo del secondo figlio, Angelo Federico, è stata un evento casuale, verificatosi durante una vacanza della madre e della famiglia negli Stati Uniti.
Questa scoperta ha innescato un’indagine accurata che ha portato i Carabinieri a rinvenire anche i resti del primogenito, Domenico Matteo.

La vicenda solleva interrogativi profondi sulla salute mentale della madre, sulle dinamiche relazionali e sui diritti dei neonati.
Il processo, in programma per il 15 settembre in Corte d’Assise a Parma, si preannuncia cruciale per accertare le responsabilità e comprendere le motivazioni che hanno portato a un simile tragico epilogo.
L’incarico di perizia psichiatrica, volto a delineare il quadro clinico della donna, si affianca alla testimonianza di figure chiave che potranno contribuire a ricostruire la sequenza degli eventi.
L’accusa di duplice omicidio premeditato e soppressione di cadavere è gravissima e richiederà un’analisi meticolosa delle prove e dei fattori che hanno contribuito alla tragedia.
La vicenda, al di là della dimensione legale, pone interrogativi etici e morali che interrogano la società e sollecitano una riflessione più ampia sulla fragilità umana, sulla salute mentale e sulla necessità di offrire sostegno e protezione a chi si trova in difficoltà.
Il cimitero di Bannone, con la sua lapide e i suoi fiori, diventa così il luogo silenzioso di un dolore inespresso, un monito per il futuro.

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