L’Emilia-Romagna, come molte regioni italiane, si confronta quotidianamente con un’emergenza silenziosa e drammatica: la violenza di genere e domestica.
I dati recentemente pubblicati dai Carabinieri in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne delineano un quadro allarmante, rivelando un’attività incessante nel contrasto a questo fenomeno.
Nel corso dell’anno, sono stati attivati 3.967 codici rosso, un meccanismo di intervento rapido progettato per rispondere a situazioni di pericolo imminente, traducendosi in una media di quasi undici attivazioni al giorno.
Questi numeri, tuttavia, non sono semplici cifre statistiche, ma rappresentano vite sconvolte, famiglie distrutte e la costante paura che attanaglia le vittime.
Dietro ogni codice rosso si cela una storia di abusi psicologici, fisici ed economici, spesso intrecciati in un ciclo di dipendenza e controllo.
La necessità di attivare 308 volte l’intervento di centri antiviolenza e case rifugio testimonia la gravità e la complessità di queste situazioni, evidenziando l’importanza cruciale di questi servizi come ancora di salvezza per le donne che cercano una via di fuga e un percorso di ricostruzione personale.
L’analisi specifica della città di Bologna offre una prospettiva più dettagliata.
Con 1.131 codici rosso attivati, Bologna si conferma un focolaio di violenza di genere, con un’applicazione significativa di misure cautelari come i divieti di avvicinamento, spesso rafforzati dall’utilizzo del braccialetto elettronico.
Questo strumento, oltre a garantire la sicurezza della vittima, costituisce un elemento di deterrenza per l’aggressore e una fonte di prova in caso di recidiva.
Gli arresti, seppur necessari per garantire la giustizia, rappresentano solo una parte del problema.
Il numero di persone denunciate in stato di libertà sottolinea la necessità di un approccio multidisciplinare che coinvolga non solo le forze dell’ordine, ma anche servizi sociali, psicologi, avvocati e operatori specializzati nella gestione dei casi di violenza.
La Questura di Bologna, con i suoi 118 ammonimenti, conferma il ruolo proattivo delle forze di polizia nella prevenzione e nel contrasto alla violenza.
Il tasso di recidiva, seppur contenuto al 7%, rimane una sfida da affrontare con maggiore impegno, attraverso un monitoraggio costante dei soggetti ammoniti e un rafforzamento delle misure di prevenzione.
L’iniziativa “Giovani e Polizia di Stato: prevenire insieme la violenza di genere”, in programma a Sala Borsa, rappresenta un segnale importante.
Coinvolgere i giovani in programmi di sensibilizzazione e educazione alla parità di genere è fondamentale per cambiare la cultura che sottende la violenza contro le donne e per costruire una società più giusta ed equa.
È necessario promuovere una cultura del rispetto, dell’empatia e della responsabilità, educando i ragazzi a riconoscere e contrastare gli stereotipi di genere e a costruire relazioni sane e paritarie.
La lotta alla violenza contro le donne non è solo una questione di ordine pubblico, ma una sfida culturale che richiede un impegno costante e condiviso da parte di tutta la comunità.






