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sabato 1 Novembre 2025

Emilia-Romagna: Attivisti chiedono approvazione leggi popolari cruciali

Oggi, un corteo di attivisti e cittadini si è radunato di fronte alla sede dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna, sollevando un’istanza urgente e ineludibile: l’avvio della discussione e l’approvazione delle proposte di legge di iniziativa popolare concernenti temi cruciali per il futuro della regione.

Corrado Oddi, portavoce della Rete per l’Emergenza Climatica e Ambientale, ha espresso un profondo senso di frustrazione per il protrarsi dell’inerzia istituzionale.

“L’attesa è divenuta insostenibile,” ha dichiarato Oddi, sottolineando che le proposte, sostenute da oltre settemila firme, attendono da tempo di essere esaminate.
Si tratta di iniziative presentate da Legambiente e dalla Rete Emergenza Climatica e Ambientale nel 2022, seguite immediatamente dalla proposta contro l’autonomia differenziata, che da allora giacciono in una sorta di limbo legislativo.
L’urgenza della richiesta non è meramente procedurale, ma risiede nella portata trasformativa che queste leggi rappresentano.

Esse incarnano un potenziale cambio di paradigma nelle politiche ambientali e sociali dell’Emilia-Romagna, segnando un passaggio da approcci tradizionali a un modello più sostenibile e resiliente.

Le quattro proposte di legge popolari affrontano problematiche fondamentali: la gestione e la tutela delle risorse idriche, la transizione verso fonti energetiche rinnovabili, la riduzione e il corretto smaltimento dei rifiuti, e la drastica limitazione del consumo di suolo, un tema particolarmente rilevante nel contesto attuale.

Il consumo di suolo, in particolare, si è rivelato una questione critica.

L’Emilia-Romagna, ancora una volta, si distingue nel panorama regionale per l’entità del suolo artificializzato nel 2024, un dato che evidenzia la necessità di un intervento immediato e incisivo.
La proposta di legge presentata dalla Rete mira a un obiettivo ambizioso ma essenziale: la riduzione progressiva e, infine, l’azzeramento del consumo di suolo entro il 2030.
Un obiettivo che, secondo gli attivisti, non è solo auspicabile, ma imprescindibile per la salvaguardia del paesaggio, della biodiversità e della capacità di adattamento del territorio ai cambiamenti climatici.

La richiesta, dunque, non si limita all’avvio di una discussione formale, ma si configura come un appello a una reale volontà politica di affrontare le sfide ambientali con coraggio e lungimiranza, traducendo in atti concreti gli impegni assunti in termini di sostenibilità e tutela del futuro delle nuove generazioni.
L’inerzia istituzionale non può più essere tollerata, poiché essa mina la credibilità delle istituzioni e compromette la capacità della regione di rispondere efficacemente alle pressanti esigenze del territorio.

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