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giovedì 13 Novembre 2025

Emilia-Romagna: crescita a due velocità, industria in difficoltà

Nel primo semestre del 2025, l’Emilia-Romagna manifesta una dinamica di crescita economica pari allo 0,5%, un dato che, pur allineandosi con la media nazionale, rivela una complessità strutturale sottostante.
L’analisi della Banca d’Italia, che ha elaborato questi dati, sottolinea la necessità di interpretare questo numero non come un dato univoco, bensì come un’istantanea di un’economia in transizione, caratterizzata da divergenze significative tra i comparti produttivi.
Il settore industriale, tradizionalmente locomotiva della regione, attraversa una fase di contrazione, segnata da un declino dell’export (-1,4%) che riflette un contesto internazionale più complesso e meno favorevole.
Questa flessione è amplificata da una domanda estera incerta e volatile, fattori che impongono una riflessione più approfondita sulle strategie di internazionalizzazione delle imprese emiliano-romagnole.

Tuttavia, la resilienza dell’economia regionale emerge dalla tenuta e dalla crescita di altri settori vitali.

Costruzioni e servizi, in particolare, continuano a espandersi, beneficiando direttamente degli ingenti investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e dall’attrattiva turistica, che si conferma un volano importante per l’occupazione e la crescita del territorio.

Questo contrasto evidenzia una polarizzazione che richiede politiche mirate a sostenere l’industria e a favorire la convergenza tra i diversi settori.
Il mercato del lavoro si presenta con segnali incoraggianti: l’occupazione progredisce dell’1,7%, nonostante le difficoltà del comparto industriale.

Il tasso di disoccupazione, attestato al 4,4%, conferma un quadro di relativa stabilità, sebbene sia necessario monitorare attentamente l’evoluzione dell’occupazione nei settori in difficoltà.

La capacità di assorbimento del mercato del lavoro è cruciale per mitigare l’impatto della contrazione industriale e per garantire un’equa distribuzione dei benefici della crescita.

L’andamento dei consumi familiari, trainato da un modesto recupero del potere d’acquisto e da un’inflazione in moderata discesa, segnala un aumento dell’1%.
Questo dato riflette un ritrovato ottimismo tra i consumatori, che si traduce in una maggiore propensione alla spesa.
Tuttavia, la sostenibilità di questa dinamica dipende dall’evoluzione dei prezzi e dalla percezione della fiducia nel futuro.
Il credito al settore privato riprende a crescere (+0,8%), un segnale positivo che testimonia una maggiore disponibilità a investire e a finanziare l’attività economica.
L’aumento dei mutui abitativi, sostenuto dalla diminuzione dei tassi, contribuisce a stimolare il settore immobiliare e a sostenere la domanda di abitazioni.
La solidità finanziaria delle imprese, con una previsione di utili positivi che coinvolge il 93% delle aziende, rappresenta un elemento di stabilità e di fiducia nell’economia regionale.
Nonostante questi segnali di resilienza, lo scenario futuro appare incerto.
Le tensioni geopolitiche globali, le fluttuazioni dei mercati energetici e la persistente debolezza della manifattura rappresentano fattori di rischio che potrebbero compromettere la crescita.

È imperativo che le istituzioni pubbliche e gli attori economici collaborino per affrontare queste sfide, promuovendo l’innovazione, la competitività e la diversificazione economica, in modo da rendere l’Emilia-Romagna più resiliente e preparata ad affrontare le incertezze del futuro.
L’adozione di politiche attive del lavoro, incentivi mirati all’innovazione industriale e il rafforzamento delle reti commerciali internazionali si rivelano cruciali per garantire una traiettoria di crescita sostenibile e inclusiva.

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