L’Emilia-Romagna si distingue nel panorama italiano come una regione che nutre attivamente la crescita culturale e il benessere dei suoi adolescenti.
I dati emergenti dalla XVI edizione dell’Atlante dell’Infanzia a Rischio, “Senza filtri”, dipingono un quadro incoraggiante: un tasso di lettura significativamente più elevato rispetto alla media nazionale (62,5% contro il 53,8%), indicando una spiccata propensione all’apprendimento autonomo e alla scoperta di nuovi mondi attraverso la lettura.
Questo dato si accompagna a una maggiore frequenza di visite a musei, mostre e siti archeologici, segnali di un interesse vivo per la storia, l’arte e il patrimonio culturale.
Anche la partecipazione a eventi dal vivo, come spettacoli teatrali e concerti, si posiziona leggermente al di sopra della media nazionale, suggerendo una vivace scena culturale e una famiglia che incoraggia la partecipazione attiva dei giovani.
Un elemento particolarmente significativo è l’impegno fisico: solo l’11,3% degli adolescenti emiliano-romagnoli dichiara di non praticare alcuna attività fisica, un dato notevolmente inferiore al 18,1% a livello nazionale.
Questo sottolinea l’importanza attribuita al benessere fisico e all’adozione di stili di vita sani.
La popolazione adolescente della regione, che rappresenta il 6,7% del totale, con una prevalenza di famiglie con un solo figlio (30,3%), è al centro di un’attenzione che va oltre i semplici numeri.
L’Atlante, realizzato da Save the Children, un’organizzazione che da oltre un secolo si batte per i diritti dei bambini, offre uno sguardo approfondito sulle dinamiche sociali ed economiche che influenzano la vita dei giovani italiani.
Tuttavia, il contesto nazionale rivela una realtà complessa.
Nel 2024, oltre un giovane su quattro tra gli 11 e i 15 anni rischia povertà o esclusione sociale, un dato allarmante che accentua le disparità territoriali: il Nord si attesta al 15,2%, il Centro al 24,1% e il Mezzogiorno si confronta con un preoccupante 41,9%.
Inoltre, la cittadinanza gioca un ruolo cruciale, con i giovani stranieri che presentano un rischio significativamente più elevato (38%) rispetto a quelli italiani (24,2%).
Questi dati sottolineano la necessità di politiche mirate a contrastare la povertà educativa e a promuovere l’inclusione sociale, garantendo a tutti i giovani, indipendentemente dalla provenienza, le stesse opportunità di crescita e sviluppo.
L’Emilia-Romagna, pur offrendo un quadro più positivo, non può prescindere da questo scenario nazionale e dalla responsabilità collettiva di affrontare le sfide che incombono sul futuro dei giovani italiani.







