L’Emilia-Romagna conferma la sua risposta proattiva e robusta alla minaccia di malattie trasmesse da vettori, come il virus del West Nile, Dengue e Chikungunya, assicurando la continuità della raccolta del sangue e del plasma senza interruzioni.
Questa risposta si fonda su un approccio di sorveglianza e prevenzione all’avanguardia, implementato con scrupolo e continuità da anni.
La regione, in un contesto globale caratterizzato da una crescente mobilità e dall’espansione geografica di malattie tropicali a causa dei cambiamenti climatici, ha adottato un sistema di screening capillare su tutte le donazioni.
A partire da quest’anno, il test NAT, acronimo di Nucleic Acid Testing, non si limita alla ricerca del virus del West Nile, ma estende il suo spettro investigativo a Dengue e Chikungunya, ampliando ulteriormente il perimetro di sicurezza.
Questo sistema di test avanzato, applicato a ogni singola donazione, rappresenta un pilastro fondamentale per la salvaguardia della salute dei riceventi e un importante strumento di tutela per i donatori stessi.
La possibilità di identificare portatori asintomatici, ovvero individui infetti che non manifestano sintomi, permette di interrompere la catena di trasmissione e prevenire potenziali rischi per la collettività.
La recente diffusione di notizie contrastanti, veicolate attraverso canali sociali e media, ha generato preoccupazione e, in modo improprio, suggerito una sospensione delle donazioni.
L’Avis Emilia-Romagna smentisce categoricamente tali affermazioni, ribadendo la piena operatività del servizio e invitando i donatori a non esitare a mantenere i loro appuntamenti.
Come sottolinea Roberto Pasini, presidente dell’Avis regionale, l’approccio proattivo adottato, unito all’efficacia del test NAT, garantisce un livello di sicurezza e prevenzione superiore alla media.
La vigilanza e l’impegno mostrato dall’Emilia-Romagna si inseriscono in un quadro più ampio, condiviso con altre regioni italiane colpite da casi autoctoni.
L’esperienza maturata nel corso degli anni ha permesso di affinare le tecniche di screening e di adattare le procedure alle mutevoli esigenze epidemiologiche.
I dati del 2024 testimoniano l’efficacia del sistema: su 116.649 donazioni testate, 24 hanno rivelato positività in donatori asintomatici.
Questo dato, lungi dal rappresentare un fallimento, sottolinea l’importanza cruciale dello screening e la capacità di individuare precocemente potenziali rischi.
In estate, periodo fisiologicamente caratterizzato da un calo delle donazioni, il contributo di ogni singolo donatore assume un valore ancora maggiore.
Mantenere un adeguato stock di sangue e plasma è essenziale per non dover rimandare interventi programmati e garantire la continuità delle cure per i pazienti che ne hanno bisogno.
L’appello di Pasini è chiaro: “Andate a donare con la consueta fiducia, per il bene di tutti.
” L’Emilia-Romagna dimostra, così, il suo impegno concreto verso la salute pubblica, coniugando sicurezza, prevenzione e responsabilità sociale.