L’Emilia-Romagna, con un carico annuale di circa 31.000 nuove diagnosi oncologiche e un saldo di 13.600 decessi, si distingue a livello nazionale per i risultati raggiunti nella lotta contro il cancro.
Un’analisi approfondita a 60 anni dall’avvio dell’oncologia regionale e a tre dalla strutturazione della Rete Oncologica ed Ematologia-Oncologica, rivela un tasso di sopravvivenza a cinque anni che si attesta al 68%, un dato significativamente superiore alla media nazionale e testimonianza di un’organizzazione sanitaria efficiente e orientata al paziente.
Lungi dall’essere una mera questione di fortuna, come sottolinea l’Assessore alla Sanità Massimo Fabi, questa eccellenza è il frutto di un modello fondato su principi cardine: equità nell’accesso alle cure, elevati standard qualitativi e un impegno costante verso l’innovazione.
Tuttavia, Fabi evidenzia con lucidità le crescenti disparità che affliggono il sistema sanitario nazionale, sentendo la responsabilità di estendere l’impatto positivo del modello emiliano-romagnolo a tutto il Paese.
L’analisi dei dati tra il 2007 e il 2019 quantifica l’impatto tangibile di questo approccio integrato: si stima che oltre 19.000 vite siano state salvate grazie a programmi di prevenzione mirati, screening diagnostici precoci e trattamenti tempestivi.
Questi risultati non sono isolati, ma riflettono un’architettura sanitaria che pone al centro la diagnosi precoce e l’accesso rapido a terapie appropriate.
La sostenibilità del sistema, come Fabi precisa, non si limita alla mera gestione delle risorse finanziarie.
Essa implica un approccio olistico che integra qualità delle cure, efficacia clinica, appropriatezza prescrittiva, efficienza operativa e un’allocazione strategica delle risorse.
L’introduzione di tecnologie all’avanguardia e farmaci innovativi deve avvenire all’interno di un sistema organizzativo solido e flessibile, capace di adattarsi alle nuove esigenze.
Un elemento cruciale è la progressiva decentralizzazione delle cure, con un’attenzione crescente al domicilio del paziente come luogo primario di assistenza, riducendo la pressione sugli ospedali e migliorando l’esperienza del paziente.
L’Assessore conclude ribadendo il ruolo insostituibile del sistema sanitario pubblico nel garantire un modello avanzato che concili innovazione, equità nell’accesso e prossimità al cittadino.
Questo approccio, che valorizza la ricerca, la prevenzione e l’assistenza personalizzata, rappresenta un pilastro fondamentale per migliorare la salute e il benessere della popolazione emiliano-romagnola e, auspicabilmente, ispirare un cambiamento positivo a livello nazionale.
La sfida futura risiede nel preservare e rafforzare questi principi, garantendo la continuità di un sistema che si dimostra capace di affrontare le complessità della lotta contro il cancro, mantenendo al contempo un’attenzione costante all’equità e alla sostenibilità.






