La vicenda tragica che ha visto protagonista Fallou Sall, deceduto il 4 settembre 2024 in via Piave a Bologna, continua ad interrogare la giustizia minorile, attraverso un processo complesso e articolato.
La difesa del sedicenne imputato, in un tentativo di delineare con maggiore precisione le dinamiche fattuali che hanno condotto alla perdita della vita del giovane, ha avanzato una richiesta di esperimento giudiziale al Tribunale dei Minori.
Si tratta di una procedura processuale volta a ricreare, sul luogo del fatto, le condizioni e i movimenti dei soggetti coinvolti, al fine di fornire elementi di prova ulteriori e più attendibili rispetto alle sole testimonianze e agli atti di accusa.
La richiesta, esposta dall’avvocato Pietro Gabriele, sottolinea la natura intrinsecamente flessibile dell’esperimento giudiziale, equiparabile alla testimonianza, e capace di essere modellato per rispondere a specifici interrogativi.
L’esecuzione sul posto è ritenuta cruciale per una ricostruzione oggettiva degli eventi, andando oltre la mera verbalizzazione e offrendo una prospettiva concreta.
Il collegio giudicante, presieduto dalla giudice Gabriella Tomai, dovrà ora valutare l’ammissibilità della richiesta e definirne le modalità di svolgimento, con una decisione attesa per l’udienza del 17 settembre.
La vicenda si inserisce in un contesto di tensioni preesistenti.
Le indagini preliminari hanno ricostruito una serie di eventi che hanno preceduto la tragica conclusione.
Già il 31 agosto, pochi giorni prima del decesso, era maturata una disputa verbale tra il sedicenne imputato e il diciassette bengalese, coinvolto anch’egli nella vicenda.
Il 4 settembre, i due si sono affrontati in un alterco fisico, culminato nella fuga del sedicenne, inseguito da un gruppo di persone.
In questo frangente, è intervenuto Fallou, prendendo le parti del diciassette bengalese.
Secondo la ricostruzione del sedicenne, nel tentativo di discolparsi, avrebbe estratto un coltello, colpendo in modo apparentemente indiscriminato e involontario, raggiungendo Fallou al cuore e ferendo al collo l’amico diciassette.
La Procura, tuttavia, ha formulato l’ipotesi di omicidio volontario, sollevando interrogativi sulla reale intenzionalità del gesto e sulla possibilità di una diversa interpretazione dei fatti.
L’esito dell’esperimento giudiziale, qualora ammesso, potrebbe fornire elementi decisivi per chiarire le circostanze attenuanti, la responsabilità del sedicenne e la veridicità della sua versione dei fatti, contribuendo a delineare un quadro più completo e a garantire una giustizia equa e mirata alla riabilitazione del minore, nel rispetto delle leggi e dei principi fondamentali del diritto minorile.
La vicenda solleva, inoltre, questioni di ordine sociale più ampie, legate alla convivenza, alla gestione dei conflitti tra giovani e alla prevenzione della violenza, richiedendo un impegno collettivo per promuovere una cultura della legalità e del rispetto reciproco.
La posizione del diciassette bengalese, accusato di lesioni e molestie telefoniche nei confronti del sedicenne, è stata stralciata e gli è stata concessa la messa alla prova, segnando una separazione dei percorsi processuali.