cityfood
cityeventi
giovedì 23 Ottobre 2025

Faida ‘Ndrangheta: Ergaostli per Aemilia 92, verità e giustizia

Il verdetto dell’appello bis del processo “Aemilia 92” sancisce la gravità di una faida interna alla ‘Ndrangheta, un conflitto sanguinoso che insanguinò il territorio reggiano tra il settembre e l’ottobre del 1992, culminando nell’omicidio di Nicola Vasapollo a Reggio Emilia e Giuseppe Ruggiero a Brescello.

Le sentenze, emesse dalla Corte d’Assise d’Appello di Bologna, delineano un quadro di organizzazione criminale ramificata, capace di pianificare e realizzare vendette efferate, violando le più elementari regole di convivenza civile e sfruttando, in modo aberrante, anche le istituzioni dello Stato.
L’esecuzione di Nicola Vasapollo e Giuseppe Ruggiero, entrambi agli arresti domiciliari al momento del decesso, evidenzia la ferocia e la spietatezza degli esecutori, che si avvalsero di un’esecuzione particolarmente riprovevole: il commando che colpì Giuseppe Ruggiero, infatti, si presentò indossando divise da Carabinieri, un atto che screditò ulteriormente le forze dell’ordine e dimostrò un’audacia e una mancanza di scrupoli sconcertanti.
Questa azione non fu un mero atto di violenza, ma una dichiarazione di guerra, un affronto diretto alle istituzioni e un tentativo di intimidire l’intera comunità.

La sentenza ha condannato all’ergastolo Nicolino Grande Aracri, figura di spicco nel panorama criminale e leader di una delle cosche coinvolte nel conflitto, Angelo Greco, già detenuto, e Antonio Ciampà, ritenuti responsabili dei delitti.

Antonio Lerose, invece, ha ricevuto una condanna a diciotto anni di reclusione, una decisione che riflette la valutazione delle attenuanti generali considerate prevalenti rispetto alle aggravanti, pur riconoscendo la sua partecipazione al tessuto criminale.

La difesa di Lerose, guidata dall’avvocato Milena Micele, ha contribuito a mitigare la pena, cercando di evidenziare elementi che potessero ridurre la sua responsabilità.

Il processo, gestito dalla Procura Generale, rappresentata dalle sostitute pg Silvia Marzocchi e dalla pm della DDA Beatrice Ronchi, che avevano inizialmente richiesto quattro ergastoli, ha visto il Comune di Brescello costituirsi parte civile, affiancandosi alle vittime e alle loro famiglie, attraverso l’avvocato Salvatore Tesoriero, ottenendo una provvisionale di venti mila euro come risarcimento del danno subito.
L’ “Aemilia 92” rappresenta una ferita profonda nel tessuto sociale e istituzionale del territorio, un monito sulla capacità di infiltrazione delle organizzazioni criminali e sulla necessità di un impegno costante nella lotta alla criminalità organizzata, non solo attraverso l’azione giudiziaria, ma anche attraverso interventi di prevenzione e di contrasto alla cultura dell’illegalità.

Il processo ha messo in luce le dinamiche interne alle cosche ‘ndranghetiste, la competizione per il controllo del territorio e degli affari illeciti, e la violenza come strumento per risolvere le dispute interne.

Le sentenze rappresentano un passo avanti nella ricerca della verità e nella giustizia per le vittime, ma la strada per la completa eradicazione del fenomeno mafioso rimane ancora lunga e complessa.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap