Un’attività gastronomica illegale, un vero e proprio “home-restaurant” etnico di fortuna, è stata smantellata a Reggio Emilia grazie a un’accurata operazione congiunta.
L’intervento, orchestrato dal Nucleo Anti-sofisticazioni e Navale (NAS) di Parma, ha visto la collaborazione attiva dei Carabinieri della locale Compagnia, della Polizia Municipale e di un team di esperti tecnici del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda Unità Sanitaria Locale.
La scoperta, nata da una segnalazione anonima, ha svelato un locale ricavato all’interno di un appartamento, gestito senza alcuna licenza e in palese violazione delle normative vigenti in materia di sicurezza alimentare e igiene pubblica.
L’allestimento, pur nella sua apparente modestia, mirava a replicare l’ambiente di una vera e propria ristorazione professionale, con una capacità di ospitare circa venti commensali.
L’impiantistica, comprendente apparecchiature sofisticate come celle frigorifere industriali e congelatori a pozzetto, testimoniano l’intento di creare un’offerta gastronomica di livello, seppur operando in una cornice totalmente illegale.
L’ispezione ha immediatamente evidenziato gravi criticità in tutte le aree dedicate allo stoccaggio e alla manipolazione degli alimenti.
Le condizioni igieniche riscontrate erano a dir poco inaccettabili, mettendo a serio rischio la salute dei potenziali consumatori.
In particolare, la conservazione degli alimenti si rivelava inadeguata, con evidenti segni di deterioramento e potenziali fattori di contaminazione.
Il sequestro ha interessato circa 700 chilogrammi di prodotti alimentari congelati, prevalentemente carni e preparazioni di vario tipo.
La mancanza di una corretta tracciabilità, elemento cruciale per garantire la sicurezza alimentare, ha reso impossibile risalire all’origine e alla filiera produttiva di questi prodotti, aggravando ulteriormente la gravità della situazione.
Il valore stimato della merce sequestrata si aggira intorno ai 2.
000 euro, una cifra irrisoria rispetto al potenziale danno alla salute pubblica.
Alla responsabile dell’attività sono state contestate numerose violazioni amministrative, per un ammontare complessivo di 5.
500 euro.
Oltre alla sanzione pecuniaria, la titolare è stata diffidata a cessare immediatamente l’attività, con l’impegno di adempiere alle disposizioni impartite dalle autorità sanitarie.
L’episodio solleva interrogativi importanti sulla necessità di rafforzare i controlli e di sensibilizzare i consumatori sull’importanza di verificare la legittimità dei locali di ristorazione, anche quelli che operano in forma di “home-restaurant”, per tutelare la salute pubblica e garantire il rispetto delle norme igienico-sanitarie.
L’operazione del NAS rappresenta un monito per chiunque intenda eludere i controlli e mettere a rischio la sicurezza alimentare, sottolineando l’importanza della collaborazione tra le forze dell’ordine e le autorità sanitarie per garantire la tutela della collettività.