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venerdì 14 Novembre 2025

Imola, 21 milioni di frode: Superbonus al centro di un’inchiesta

Un’operazione complessa e di vaste proporzioni ha portato alla luce una sofisticata frode fiscale nell’imolese, un caso che coinvolge nove condomini – otto a Imola e uno a Castel San Pietro – e che ha visto l’ingente somma di 21 milioni di euro di bonus edilizi manipolata attraverso una rete di comportamenti illeciti.
L’inchiesta, orchestrata dalla Procura di Bologna sotto la direzione del pubblico ministero Augusto Borghini e successivamente Manuela Cavallo, è stata resa possibile grazie a un’attività di controllo del lavoro irregolare condotta dalla Guardia di Finanza di Bologna, che ha innescato una spirale di accertamenti rivelatori.

Al centro della vicenda si erge una società, apparentemente incaricata di eseguire interventi di messa in sicurezza sismica e di efficientamento energetico, beneficiando del Superbonus 110%.

L’indagine ha svelato come, con la collusione di alcuni professionisti, la società abbia orchestrato una fittizia esecuzione di lavori, generando crediti fiscali inesistenti per un valore di circa 9 milioni di euro, dirottando risorse destinate a interventi reali a fini di arricchimento personale.

Il sequestro preventivo disposto dalla Guardia di Finanza ammonta a 9 milioni di euro, comprendendo crediti non ancora utilizzati per la compensazione, quote societarie, conti correnti e un patrimonio immobiliare consistente in 46 appartamenti dislocati in diverse regioni italiane – Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Campania – testimonianza della portata transregionale della frode.
Sei individui sono attualmente sotto indagine, accusati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Tra questi figurano due responsabili della società appaltatrice, due geometri e altri tecnici, tutti coinvolti nella costruzione di una narrazione fraudolenta.
Le accuse di false informazioni nelle asseverazioni del tecnico abilitato puntano alla compromissione dell’integrità del processo di certificazione e controllo, elemento cruciale per garantire la legittimità delle agevolazioni fiscali.

Un’analisi comparativa tra documentazione ufficiale e realtà dei cantieri, supportata dall’esperienza dell’ufficio tecnico del Nuovo Circondario Imolese, ha evidenziato una drammatica discrepanza.
Interventi certificati come eseguiti non erano mai stati realizzati, o erano stati portati a termine in periodi successivi all’ottenimento delle autorizzazioni necessarie, eludendo così l’applicazione di aliquote fiscali meno vantaggiose previste dal Superbonus.

La ricostruzione del flusso finanziario e creditizio ha rivelato un meccanismo perverso: la società, dopo aver generato e ricevuto formalmente dai condomini i crediti derivanti dai lavori fittizi, li cede a terzi, trasformando così un beneficio pubblico in un guadagno illecito.

Le conseguenze di questa truffa si estendono a circa 180 persone residenti nei nove condomini dell’imolese, vittime di un sistema che ha minato la fiducia nelle istituzioni e ha sottratto risorse destinate al miglioramento del patrimonio abitativo.
L’operazione sottolinea la crescente sofisticazione delle frodi fiscali e l’importanza di controlli rigorosi e collaborazioni interistituzionali per contrastare tali fenomeni.

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