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giovedì 30 Ottobre 2025

Indagine a Bologna: sotto inchiesta due chirurghi dopo la morte di una collega

La comunità medica felsiniana è scossa da un’indagine giudiziaria che coinvolge due chirurghi dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Orsola di Bologna, in seguito al decesso improvviso della collega Barbara Bassi, stimato medico legale di 48 anni.

L’evento, verificatosi il 17 ottobre, ha innescato un’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Marco Imperato, che ha aperto un fascicolo d’indagine per omicidio colposo e per responsabilità medica derivante da decesso in ambiente sanitario.
L’esame autoptico, cruciale per accertare le cause precise del decesso, è stato affidato al medico legale Giovanni Cecchetto, con perizia prevista per il 30 ottobre.

La dottoressa Bassi, figura riconosciuta per la sua competenza nel campo della medicina legale, era stata sottoposta a un intervento laparoscopico, tecnicamente meno invasivo rispetto alla chirurgia tradizionale, con l’obiettivo di rimuovere una cisti epatica.
Tuttavia, durante o immediatamente dopo l’intervento, si sarebbero verificate complicanze gravi, culminate in un choc emorragico fatale.

La dinamica precisa degli eventi che hanno portato al decesso è attualmente oggetto di approfondita indagine.

La famiglia della dottoressa Bassi, profondamente addolorata, si è costituita parte civile nell’ambito del procedimento penale, affidando la propria assistenza legale all’avvocato Chiara Rinaldi.
L’avvocato ha nominato il medico legale Donatella Fedeli come consulente di parte, un ruolo fondamentale per analizzare la documentazione clinica, le procedure chirurgiche e le relative responsabilità.
Contestualmente, anche i due chirurghi indagati, membri di un’equipe specialistica del Sant’Orsola, hanno la facoltà di avvalersi di propri consulenti medici legali, al fine di presentare una ricostruzione dei fatti e fornire elementi a propria difesa.
L’obiettivo primario dell’inchiesta è ricostruire in maniera dettagliata la sequenza degli eventi, individuare eventuali negligenze o errori procedurali e determinare la responsabilità diretta o indiretta che potrebbe aver contribuito al decesso della dottoressa Bassi.
Il caso solleva delicate questioni etiche e professionali, evidenziando l’importanza di una costante valutazione dei rischi e dell’applicazione rigorosa dei protocolli clinici, anche in interventi considerati di routine.
L’inchiesta si pone quindi come monito e spunto di riflessione per l’intera comunità medica.

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