sabato 26 Luglio 2025
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Indennizzi Covid: la Regione a rischio? Tensioni tra pubblico e privato in Emilia-Romagna.

La questione della revisione degli indennizzi Covid erogati alla sanità privata accreditata in Emilia-Romagna riemerge con forza, sollevando interrogativi profondi sul futuro del sistema sanitario regionale e sulla sua capacità di bilanciare necessità finanziarie, impegni contrattuali e l’importanza cruciale del ruolo del privato.

Confindustria Emilia-Romagna esprime la propria preoccupazione, delineando una situazione che rischia di compromettere la stabilità e la qualità dell’assistenza sanitaria offerta ai cittadini.

La richiesta di rimborso, che incide su un ammontare di circa ottanta milioni di euro, appare in contrasto con gli accordi sottoscritti in precedenza.
Questi accordi, formalizzati nel 2024 ma derivanti da una cornice negoziale del 2020, avevano sancito l’impegno delle strutture private ad assicurare continuità operativa e piena funzionalità durante l’emergenza pandemica, rinunciando a misure come la cassa integrazione.
La loro funzione era quella di supportare il sistema sanitario pubblico, in un momento di sovraccarico senza precedenti.

La posizione di Confindustria non si limita a una mera difesa degli interessi delle imprese private, ma si fonda sulla consapevolezza del ruolo imprescindibile della sanità privata accreditata nel tessuto regionale.

L’esperienza del Covid-19 ha evidenziato, inequivocabilmente, come questa componente sia un pilastro fondamentale, capace di garantire accesso alle cure e alleggerire la pressione sul sistema pubblico.
Un atteggiamento che nega il valore di questo contributo e ne mette a rischio la sopravvivenza rischia di avere ripercussioni negative sulla salute della popolazione.

L’annullamento di accordi considerati legittimi e condivisi, suggerisce, secondo la presidente di Confindustria Annalisa Sassi, la mancanza di un’effettiva revisione della spesa corrente.
Piuttosto che un’opportunità per ottimizzare le risorse, la vicenda si configura come un segnale di difficoltà a gestire le risorse disponibili, con potenziali conseguenze a lungo termine.
La vicenda trascende la mera questione economica e impone una riflessione strutturale sul modello di sanità regionale.

Occorre un ripensamento radicale, che tenga conto della sostenibilità finanziaria, dell’efficienza e della necessità di rafforzare la collaborazione tra pubblico e privato.

Non si tratta di contrapporre i due settori, ma di creare un sistema integrato, in cui le competenze e le risorse di ciascuno possano essere messe a frutto per garantire il miglior servizio possibile ai cittadini.

Una possibile direzione potrebbe essere l’esplorazione di modelli di finanziamento innovativi, basati su performance e risultati, che incentivino la qualità e l’efficienza dell’assistenza.

È fondamentale che la Regione e l’Aiop Emilia-Romagna riaprano un dialogo costruttivo e trasparente, orientato alla ricerca di soluzioni equilibrate che preservino gli elevati standard di cura che contraddistinguono la sanità regionale, garantendo al contempo la sua sostenibilità nel tempo.

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