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Infanticidio a Parma: Inizia il Processo Petrolini, Dramma e Psiche al Vaglio

La Corte d’Assise di Parma è chiamata a confrontarsi con un caso di straziante complessità umana, l’udienza preliminare relativa al processo a Chiara Petrolini, la giovane donna accusata di infanticidio volontario.
L’accusa riguarda la perdita di due vite, due neonati nati in meno di un anno e mezzo e sotterrati nel giardino di residenza a Vignale di Traversetolo, una vicenda che interseca drammi personali, riflessioni sulla salute mentale e interrogativi profondi sul mistero dell’azione criminale.
Chiara Petrolini, scortata dai Carabinieri per garantire la sicurezza e la riservatezza, ha raggiunto il tribunale attraverso un accesso secondario, segnando l’inizio di un percorso giudiziario destinato a sollevare interrogativi cruciali.

L’udienza è strutturata per raccogliere le testimonianze degli investigatori che hanno ricostruito la cronologia dei fatti, nonché del personale del 118 intervenuto sul posto, cruciale per definire le tempistiche del ritrovamento e le circostanze immediate.

Samuel Granelli, ex compagno di Petrolini e padre dei due bambini, è presente in aula, e la sua testimonianza, se il calendario lo permetterà, rappresenterà un tassello fondamentale per la ricostruzione del quadro relazionale e del contesto emotivo che ha preceduto e accompagnato i tragici eventi.
La difesa di Chiara Petrolini ha accolto la richiesta di acquisizione degli interrogatori rilasciati dai genitori della giovane durante le indagini preliminari.

La decisione di non deporre direttamente in aula da parte di Roberto Petrolini e Elisa Bruschi, i genitori dell’imputata, riflette probabilmente la delicatezza del momento e la volontà di evitare ulteriori traumi emotivi.

Analogamente, i legali delle parti civili hanno ottenuto l’acquisizione delle dichiarazioni dei genitori di Samuel Granelli, escludendo la loro testimonianza diretta.
L’analisi criminologica, offerta dal colonnello Anna Bonifazi, psicoterapeuta e responsabile della sezione psicologia e criminologia del Racis dei Carabinieri, introduce un elemento di profonda riflessione.

I delitti, secondo tale prospettiva, possono essere classificati come “omicidi ad escalation asimmetrica”.

Questo termine indica un’intensificazione progressiva del “motore criminale”, una forza interna che, una volta innescata, appare inarrestabile, passando dall’ideazione alla realizzazione fino al tentativo di eludere le conseguenze legali.
Questa fase di “pre-conservarsi” è, dal punto di vista criminologico, un elemento distintivo.
La psicoterapeuta ha sottolineato la particolare gravità della seconda gravidanza, definendola un “dato di fatto” che contrasta con una presunta attesa di “raffreddamento” dopo il primo evento tragico.

Il lasso di tempo intercorso tra i due infanticidi è stato “estremamente ridotto”, suggerendo una reiterazione intenzionale di un’azione che difficilmente può essere definita impulsiva.
La presenza di una “serialità” nell’azione criminale, come evidenziato dalla psicoterapeuta, solleva interrogativi complessi sulla natura del processo decisionale e sulla possibile presenza di disturbi psichiatrici.
La Corte dovrà quindi valutare attentamente la perizia psichiatrica per comprendere le motivazioni e le dinamiche interiori che hanno portato Chiara Petrolini a compiere un gesto così terribile.
Il processo si preannuncia come un’analisi puntuale della psiche umana, un tentativo di illuminare le zone d’ombra di un dramma che ha scosso profondamente la comunità parmense.

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