Il procedimento giudiziario che ha coinvolto Davide Lacerenza e Stefania Nobile, ex compagna e figura di spicco nel mondo dello spettacolo gestito dalla madre Wanna Marchi, ha concluso una fase cruciale con la ratifica dei patteggiamenti da parte del giudice Marta Pollicino presso il Tribunale di Milano.
L’accordo, siglato con l’assistenza dell’avvocato Liborio Cataliotti, pone fine a un’inchiesta complessa, condotta dalla Procura della Repubblica, rappresentata dalla pm Francesca Crupi, e supportata dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza.
L’indagine aveva portato alla luce un intreccio di attività illecite, che coinvolgevano la Gintoneria, il privé La Malmaison e sospetti circuiti di prostituzione e spaccio di stupefacenti, generando un’ombra sulla figura di Marchi e i suoi affari.
Lacerenza, ritenuto uno degli artefici principali del sistema, ha ottenuto una pena complessiva di 4 anni e 8 mesi.
Nobile, invece, ha accettato un patteggiamento a 3 anni, un accordo che testimonia la volontà di cooperazione con la giustizia.
Questa decisione è particolarmente significativa, considerando il ruolo di rilievo che Nobile ricopriva all’interno della struttura commerciale e di intrattenimento gestita dalla madre.
Il patteggiamento non si limita alla definizione della pena detentiva, ma comporta anche un significativo risarcimento dei danni causati alle vittime e una confisca di beni per un valore superiore a 900.000 euro.
Questo importo comprende il valore delle bottiglie di champagne e altri alcolici sequestrate durante le indagini, destinate ora ad essere messe all’asta per soddisfare le richieste di risarcimento.
Sono state inoltre confiscare somme di denaro rinvenute sui conti dei patteggiati e arredi provenienti dai locali coinvolti nelle attività illecite.
L’accordo di patteggiamento apre a prospettive differenti per i due imputati.
Lacerenza potrà richiedere misure alternative alla detenzione, come l’affidamento in prova ai servizi sociali, che includono la possibilità di seguire un percorso di disintossicazione in una comunità specializzata, un elemento che sottolinea la dimensione sociale e riabilitativa del provvedimento.
Stefania Nobile, d’altro canto, è stata già ammessa a svolgere lavori di pubblica utilità, un’ulteriore forma di riparazione sociale.
L’esito del processo, pur rappresentando una chiusura formale della vicenda giudiziaria, solleva interrogativi più ampi riguardo alla gestione di attività commerciali e di intrattenimento, alla necessità di controlli più stringenti e alla responsabilità di figure apicali nel garantire la legalità e la trasparenza delle operazioni.
La vicenda marchia un momento delicato per il mondo dello spettacolo italiano e pone l’attenzione sull’importanza di un’etica professionale rigorosa e di un impegno concreto per la prevenzione di comportamenti illeciti.






