Un episodio di grave violenza sessuale e resistenza all’autorità ha sconvolto la stazione ferroviaria di Lugo (Ravenna) nella serata di ieri, culminando nell’arresto di un uomo di 46 anni, cittadino marocchino.
L’accusa, formulata a seguito di un’accurata ricostruzione dei fatti, è di violenza sessuale aggravata, unita a reati di resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento di beni dello Stato.
Secondo le prime indagini, l’uomo avrebbe immobilizzato una giovane donna di vent’anni a bordo di un treno in transito, ostacolandone la libertà di movimento con un comportamento intimidatorio e aggressivo.
Le azioni dell’aggressore non si sarebbero limitate a un semplice gesto, ma avrebbero incluso comportamenti di natura sessualmente esplicita, configurando un’azione deliberata volta a ledere l’incolumità e la dignità della vittima.
La ragazza, comprensibilmente terrorizzata e incapace di reagire da sola, ha avuto la prontezza di chiedere aiuto a un altro passeggero, il quale, a sua volta, ha immediatamente allertato il capotreno.
L’intervento del personale ferroviario ha poi innescato la chiamata alle forze dell’ordine, che hanno preso in carico la situazione.
Al momento dell’arresto, l’uomo ha opposto una strenua resistenza, rendendo vano il tentativo di ammanettarlo senza ricorrere alla forza.
Durante la perquisizione degli uffici di polizia, ha danneggiato un macchinario utilizzato per l’identificazione fotografica, aggravando ulteriormente la sua posizione legale.
Il pubblico ministero Francesco Coco ha disposto la detenzione in carcere in attesa della convalida dell’arresto, prevista per lunedì dal giudice per le indagini preliminari Andrea Galanti.
L’uomo è assistito dall’avvocato Sara Scarpellini, il cui ruolo sarà cruciale nel garantire il diritto alla difesa e nel chiarire la dinamica degli eventi.
L’episodio solleva questioni delicate riguardanti la sicurezza sui mezzi pubblici, la crescente preoccupazione per episodi di violenza di genere e l’importanza di una risposta rapida ed efficace da parte delle istituzioni e della comunità.
La vicenda, ora al vaglio della magistratura, è destinata a generare un ampio dibattito pubblico e a stimolare riflessioni su come prevenire e contrastare fenomeni così gravi e destabilizzanti.







