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Modena, allerta virus del Nilo: potenziata la sorveglianza zanzare

L’Unità Sanitaria Locale (USL) di Modena ha potenziato il sistema di sorveglianza del virus del Nilo Occidentale, implementando una rete di monitoraggio attiva e mirata, composta da dodici trappole per zanzare strategicamente dislocate.

La collocazione periodica, ogni quindici giorni da maggio ad ottobre, avviene in aree a elevata probabilità di proliferazione larvale, come zone umide, parchi e aree verdi caratterizzate da ristagni idrici, come testimonia la recente installazione a Lesignana.

Il dispositivo di monitoraggio non si limita alla semplice raccolta di insetti; si tratta di un sistema ingegnerizzato per attirare le specie di zanzare più rilevanti nella trasmissione del virus, in particolare *Culex pipiens* e altre specie opportuniste.
Le trappole simulano la presenza umana, rilasciando anidride carbonica per emulare l’espirazione, inducendo così le zanzare a concentrarsi.
I campioni prelevati vengono immediatamente trasmessi all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Reggio Emilia, un centro di eccellenza nelle analisi virologiche e entomologiche, dove vengono sottoposti a sofisticati test di identificazione e quantificazione del virus.
La lotta al virus del Nilo Occidentale si configura come un esempio emblematico del concetto di “One Health”, un approccio multidisciplinare che riconosce l’interconnessione tra la salute umana, animale e ambientale.

L’efficacia del sistema di controllo richiede un’azione coordinata tra diversi attori: enti pubblici, istituzioni sanitarie, veterinari, amministrazioni comunali e, crucialmente, i cittadini.
La partecipazione attiva della comunità, attraverso l’eliminazione di potenziali siti di riproduzione delle zanzare (come sottovasi, piscine non trattate, pneumatici abbandonati) è fondamentale per ridurre la pressione entomologica.

L’aumento dell’attenzione verso il virus, motivato da recenti focolai a livello nazionale, impone misure di contenimento rapide e precise.

La rilevazione del virus in un campione di zanzare o in un animale sensibile innesca un protocollo dettagliato, che include controlli stringenti sulle donazioni di sangue, organi e tessuti, al fine di prevenire la trasmissione nosocomiale.

Sono inoltre previsti interventi mirati con insetticidi adulticidi, attentamente selezionati per minimizzare l’impatto ambientale, in strutture sanitarie, case di riposo e altre aree a rischio.
Il monitoraggio si arricchisce della collaborazione di volontari, tra cui i cacciatori, che periodicamente consegnano esemplari di avifauna selvatica, agendo come bioindicatori della presenza del virus nell’ecosistema.

In termini di prevenzione individuale, l’USL raccomanda una serie di comportamenti responsabili: eliminare o svuotare regolarmente i ristagni d’acqua, utilizzare repellenti a base di DEET o altri principi attivi, indossare abiti chiari e a maniche lunghe, evitare profumi intensi e utilizzare zanzariere per la protezione durante il sonno.
Per i proprietari di equidi, la vaccinazione rappresenta una misura preventiva efficace, contribuendo a creare una barriera protettiva contro l’infezione e a ridurre la diffusione del virus all’interno della popolazione equina.
La sensibilizzazione e l’educazione sanitaria si rivelano quindi elementi imprescindibili per una risposta efficace e sostenibile nel tempo.

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