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Modena sotto shock: indagato omicidio del psicoterapeuta Marangio

La comunità intellettuale e psicologica di Modena è stata scossa dalla scoperta del corpo di Raffaele Marangio, stimato psicoterapeuta, pedagogista e formatore, deceduto il 26 luglio nella sua abitazione.

La scomparsa, tragicamente segnalata da amici preoccupati, ha immediatamente innescato un’indagine complessa, con le autorità che non escludono l’ipotesi di un omicidio.

Marangio, 78 anni, incarnava una figura di riferimento nel panorama modenese dedicato allo sviluppo umano e alla crescita psicologica.

La sua eredità si concretizza in Aspic (Associazione per lo sviluppo psicologico e culturale dell’individuo e della comunità), ente da lui fondato nel 1996 e di cui era presidente e responsabile della formazione, operante nella sua stessa dimora.

Aspic, più che un’associazione, rappresentava un laboratorio di idee e un luogo di incontro per professionisti e appassionati, offrendo percorsi di crescita personale e professionale basati su un approccio olistico e centrato sulla persona.
Il percorso accademico e professionale di Marangio rivela un’eccezionale dedizione alla comprensione e al trattamento della sofferenza umana.

Laureatosi in Pedagogia con indirizzo psicologico nel 1973, ha conseguito l’abilitazione a Psicologo Psicoterapeuta nel 1991, a seguito di un impegnativo percorso quadriennale all’Istituto di Psicoterapia Analitica di Firenze, un centro di eccellenza nella formazione psicoanalitica.
Il suo interesse per approcci terapeutici integrativi lo ha poi portato a frequentare un Master in Gestalt Counselling presso l’Aspic di Roma, arricchendo il suo bagaglio teorico e clinico.
La Gestalt, con la sua enfasi sull’esperienza presente e sulla consapevolezza del sé, ha probabilmente influenzato profondamente il suo approccio terapeutico, orientato alla responsabilizzazione del paziente e alla scoperta delle proprie risorse interiori.

L’impegno di Marangio si estendeva anche alla formazione delle nuove generazioni di professionisti sanitari.

Dal 2008, in qualità di docente a contratto di Psicologia Clinica, ha contribuito alla preparazione degli studenti del Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Modena, trasmettendo la sua profonda conoscenza della psiche umana e le sue implicazioni nella cura del paziente.
Il suo contributo, pertanto, non si limita alla sfera clinica e associativa, ma si inserisce in un contesto formativo cruciale per il futuro del sistema sanitario.

La ricostruzione delle sue ultime ore, condotta dalle forze dell’ordine, mira a fare luce sulle circostanze della sua morte, in un contesto che lascia presagire una complessità ben oltre la semplice conclusione di un decesso.
La scomparsa di Raffaele Marangio lascia un vuoto significativo nella comunità modenese e solleva interrogativi profondi sul valore della vita, della cura e dell’impegno civile.

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