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domenica 2 Novembre 2025

Pavullo, Aicha Haqabi: la tragica caduta e la battaglia legale con l’ASL

Nel luglio 2021, un evento traumatico ha scosso la comunità di Pavullo nel Modenese: Aicha Haqabi, allora diciannovenne, ha subito gravissime lesioni a seguito di un tentativo di suicidio compiuto dall’ospedale dove era ricoverata.

L’impatto, precipitando dal terzo piano, ha provocato l’amputazione di un arto superiore e di uno inferiore, segnando profondamente la giovane e la sua famiglia.

La vicenda ha innescato una complessa disputa legale contro l’Azienda Sanitaria Locale (ASL) di Modena, focalizzata sulla presunta negligenza nella gestione del rischio suicidario e sulla mancata implementazione di adeguate misure di sicurezza.

Il fulcro del contenzioso risiede nell’accusa rivolta all’ASL di aver omesso il dovere di tutela nei confronti di una paziente già identificata come ad alto rischio suicidario, come testimoniato dalle cartelle cliniche e da un precedente episodio di autolesionismo.

La famiglia Haqabi sostiene che un contesto assistenziale più attento e strutturato avrebbe potuto prevenire o mitigare l’evento traumatico.
Il Tribunale civile, nel tentativo di fare luce sulla dinamica e determinare le responsabilità, ha incaricato un perito tecnico composto dal professor Giovanni Montani, esperto in Medicina Legale, e dalla dottoressa Tiziana Nutile, specialista in Psichiatria.

La perizia ha confermato in larga misura le ragioni della famiglia Haqabi, evidenziando come la gestione del rischio suicidario fosse carente e come l’assenza di procedure specifiche avesse contribuito all’esito infausto.

Il rapporto peritale sottolinea come, una volta stabilizzata la paziente, fosse auspicabile un trasferimento in un contesto psichiatrico specializzato, accompagnato da un piano di assistenza personalizzato volto a salvaguardare la sua incolumità.

La vicenda trascende la mera determinazione di responsabilità; essa solleva questioni cruciali relative alla gestione del rischio suicidario all’interno delle strutture sanitarie, alla necessità di protocolli di sicurezza specifici per pazienti vulnerabili e al ruolo imprescindibile della psichiatria nella cura di tali individui.
La giovane Aicha, assistita dall’avvocato Massimo Lazzari, ha espresso il desiderio che l’accaduto non si ripeta, auspicando che altre persone in situazioni simili possano ricevere l’assistenza adeguata e la protezione necessarie.
L’azione legale, pertanto, assume una valenza non solo risarcitoria, ma anche preventiva, con l’obiettivo di stimolare un cambiamento sistemico nelle procedure e nella cultura della sicurezza all’interno del sistema sanitario locale, garantendo una maggiore tutela dei pazienti a rischio e promuovendo un approccio più olistico e proattivo nella gestione del disagio psichico.

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