A Predappio, scrigno di storia e memoria nel cuore della collina forlivese, si celebrano i centocinquant’anni dalla nascita ufficiale del comune, un’occasione per ripercorrere un percorso complesso e per riflettere sulle dinamiche identitarie che hanno plasmato la comunità.
Le celebrazioni, incentrate sul bicentenario della nascita di Benito Mussolini, si articolano attorno a un evento artistico di particolare impatto, un’installazione effimera concepita per stimolare il dialogo e la comprensione.
L’artista francese Olivier Grossetête, maestro nell’arte di creare architetture transitorie, ha ideato un’opera monumentale che ne esalta la fragilità e la precarietà.
La struttura, una riproduzione in scala reale del portale d’ingresso alla casa natale di Mussolini a Dovìa, non è solo una rappresentazione fisica, ma anche una metafora potente della natura effimera del potere e delle ideologie.
La storia di Predappio è intrinsecamente legata a quella di Dovìa, una frazione che, con l’ascesa al potere di Mussolini, fu teatro di una radicale trasformazione urbanistica.
La decisione di trasferire la sede comunale da Predappio Alta a Dovìa rappresentò una cesura netta, un atto simbolico che mutò profondamente il tessuto sociale ed economico del territorio.
Questo processo, seppur volto a modernizzare la regione, generò forti contrasti e tensioni, eredità ancora percepibili nel dibattito pubblico odierno.
La riorganizzazione amministrativa, infatti, alterò il senso di appartenenza e le dinamiche di potere all’interno della comunità, dando vita a un complesso intreccio di memorie e rivendicazioni.
L’opera di Grossetête, realizzata con l’impegno diretto dei cittadini predappiesi, è un gesto partecipativo che invita alla riflessione critica.
L’utilizzo di oltre mille trecento scatoloni di cartone, assemblati con un semplice nastro adesivo, sottolinea la precarietà dell’immagine del Duce e la possibilità di demistificare il mito attraverso un atto creativo collettivo.
La successiva distruzione dell’installazione, un rituale di abbattimento condiviso, simboleggia la caducità delle costruzioni ideologiche e l’importanza di guardare al futuro con uno spirito di rinnovamento.
Parallelamente all’installazione artistica, la mostra “Predappio 100 – gli anni della fondazione 1925-1929”, curata da Ulisse Tramonti, offre un percorso espositivo che ripercorre le tappe fondamentali della nascita del comune e la sua evoluzione nel contesto storico e politico del Ventennio.
La mostra, aperta fino al 2026, costituisce un’occasione per approfondire la conoscenza del territorio, le sue peculiarità culturali e le sfide che la comunità predappiese ha affrontato nel corso del tempo.