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domenica 2 Novembre 2025

Rave a Campogalliano: La fabbrica Bugatti si trasforma in Witchtek

Nel cuore industriale della provincia modenese, tra le vestigia di un’era di lusso automobilistico, si protrae una festa illegale che ha trasformato un ex stabilimento Bugatti in un effimero centro nevralgico di aggregazione giovanile.
L’impianto di Campogalliano, un tempo fucina di supercar simbolo di potenza e prestigio, è ora teatro di un rave party che ha attratto migliaia di partecipanti, provenienti da diverse nazioni europee, creando una dinamica sociale complessa e transnazionale.
La scelta del luogo, carico di significato storico e industriale, non è casuale.

Rappresenta una sorta di appropriazione temporanea di un simbolo del passato, una ri-contestazione dello spazio che emerge in contrasto con la sua originaria vocazione.
L’ex fabbrica, silenziosa testimone di un’economia del lusso ormai superata, si fa palcoscenico di un’esperienza collettiva, effimera e ribelle.
Le forze dell’ordine, in stretto coordinamento con la Procura della Repubblica, mantengono un controllo vigile sulla situazione, concentrando la loro presenza nei punti di accesso, in un delicato equilibrio tra il diritto di aggregazione e la necessità di garantire l’ordine pubblico.

Il presidio non è volto alla repressione, ma piuttosto all’osservazione e alla prevenzione di eventuali criticità.
Un team multidisciplinare, composto da vigili del fuoco, personale medico del 118 e volontari della Croce Rossa, assicura la gestione degli interventi di emergenza e il monitoraggio costante delle condizioni di sicurezza.

L’allestimento di un presidio medico è essenziale per rispondere a qualsiasi necessità sanitaria imprevista, data la natura intrinsecamente rischiosa di eventi di questo tipo.
L’evento, ribattezzato “Witchtek”, un nome evocativo che richiama atmosfere arcane e misteriose, ripropone la formula di un precedente rave partito nel periodo di Ognissanti del 2022.
Quest’ultima manifestazione era stata l’occasione per il primo intervento legislativo del neonato governo Meloni, evidenziando la crescente sensibilità delle istituzioni nei confronti di fenomeni di aggregazione illegale e i complessi dilemmi che essi sollevano in termini di sicurezza, ordine pubblico e libertà di espressione.
“Witchtek” non è semplicemente una festa: è un fenomeno sociale che interroga i confini tra legalità e illegalità, la libertà di espressione artistica e la responsabilità collettiva, la memoria industriale e la ricerca di nuovi significati in un contesto in rapida trasformazione.

Si tratta di un momento di aggregazione che, pur nella sua natura effimera, riflette una profonda inquietudine generazionale e un desiderio di riappropriazione degli spazi e dei simboli del passato.

L’evento, come un moderno rituale, si configura come una sfida al sistema, una ricerca di senso in un mondo in continuo mutamento.

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