Un’ondata di indignazione ha travolto Ravenna in seguito a commenti omofobi e minimizzanti sulla violenza di genere, resi pubblici da Nicola Carnicella, figura all’interno del consiglio territoriale di “Lista per Ravenna”.
I commenti, apparsi sulla pagina Facebook “RavennaeDintorni” in riferimento al calendario delle iniziative dedicate al 25 novembre, Giornata Internazionale del Contrasto alla Violenza sulle Donne, hanno generato un acceso dibattito e una forte reazione da parte dell’amministrazione comunale.
Le dichiarazioni di Carnicella, caratterizzate da un’inaccettabile sminuizione della gravità della violenza contro le donne e da un’auspicio di “umiliazioni” pubbliche come presunto strumento di “sensibilizzazione”, non solo rivelano una profonda incomprensione della complessità del fenomeno, ma testimoniano anche un pericoloso atteggiamento di negazione e vittimizzazione.
La sua risposta a chi lo contestava, invitandolo a informarsi su presunte “false accuse” in ambito di separazione, aggiunge un ulteriore strato di problematicità, suggerendo una tendenza a delegittimare le vittime e a giustificare comportamenti abusivi.
L’episodio ha spinto il sindaco Alessandro Barattoni e l’assessora Francesca Impellizzeri a rilasciare una nota ufficiale, definendo le parole di Carnicella “vergognose” e denunciando la persistenza di una cultura del disprezzo che permea, a quanto pare, anche ambienti istituzionali.
La nota sottolinea come tali affermazioni rappresentino una drammatica dimostrazione del divario tra gli sforzi di sensibilizzazione e la realtà di un contesto sociale ancora troppo incline a minimizzare e a giustificare la violenza di genere.
L’amministrazione comunale non si è limitata a condannare le parole di Carnicella, ma ha espresso la richiesta di scuse pubbliche e ha sollecitato una presa di distanza da Alvaro Ancisi, dalla Lega e dal Popolo della Famiglia, movimenti con i quali il consigliere si era presentato alle elezioni comunali.
Questa richiesta riflette la volontà di affermare un principio di responsabilità e di chiarire che tali posizioni non sono compatibili con i valori che l’amministrazione intende promuovere.
L’episodio evidenzia l’urgenza di un profondo ripensamento delle strategie di contrasto alla violenza di genere, che devono andare oltre le semplici iniziative simboliche e investire nella formazione, nell’educazione e nella sensibilizzazione, coinvolgendo attivamente tutti gli attori sociali, a partire dagli stessi rappresentanti delle istituzioni.
Il sindaco e l’assessora hanno concluso ribadendo l’impegno dell’amministrazione a proseguire con maggiore determinazione nell’elaborazione e realizzazione di progetti volti a promuovere una cultura di parità, rispetto e non discriminazione, un impegno che, come dimostra questo episodio, è ancora più cruciale che mai.
La vicenda pone l’accento sulla necessità di promuovere una cultura della responsabilità e dell’empatia, dove ogni individuo si senta chiamato a denunciare e contrastare ogni forma di violenza e di disuguaglianza.







