Il Tribunale Civile di Bologna ha accolto un ricorso cruciale presentato da venti cittadini, vittime dell’esondazione del torrente Ravone dell’ottobre 2024, con il supporto attivo del Comitato per la Tutela dal Dissesto Idrogeologico di Bologna. La sentenza, che vede contrapposti i residenti contro il Comune di Bologna e la Regione Emilia-Romagna, impone ai due enti pubblici un’immediata garanzia per i danni potenziali subiti dai ricorrenti, derivanti dalle problematiche legate al bacino idrogeologico del Ravone. Tale garanzia può essere soddisfata attraverso due modalità equivalenti: il versamento di un deposito cauzionale di 3.661.404,90 euro o l’emissione di una polizza assicurativa di pari importo.Il cuore della decisione risiede nella conferma della tesi avanzata dai ricorrenti, e sostenuta dall’avvocato Adriano Travaglia, che individua in Regione e Comune la responsabilità derivante dalla loro posizione di “garanti” nei confronti dei rischi idrogeologici. Questa responsabilità non è legata a un singolo evento, ma è intrinseca alla mancata cura e manutenzione del Ravone, un bacino la cui vulnerabilità era ampiamente nota, come dimostra la documentazione risalente almeno al 2013.Il Tribunale, in particolare, ha riconosciuto la legittimità della richiesta di tutela giurisdizionale, motivata da un senso di urgenza radicato nella quotidianità dei residenti, che invocano l’intervento di soggetti competenti per proteggere la loro sfera patrimoniale e la loro incolumità dal rischio idrogeologico. La sentenza evidenzia come la situazione di pericolo, prefigurata a monte del bacino, si sia tragicamente concretizzata con l’esondazione del 2024.Un elemento fondamentale della decisione è l’esclusione della natura “eccezionale” dell’evento. Il Tribunale ha infatti rigettato l’interpretazione che considerasse l’esondazione come un evento imprevedibile e al di fuori del controllo delle autorità competenti, escludendo così le possibili vie di esclusione di responsabilità.I ricorrenti e il Comitato per la Tutela dal Dissesto Idrogeologico esprimono profonda soddisfazione per la sentenza, che testimonia una piena comprensione da parte del Tribunale dello stato di ansia e paura che affligge la popolazione residente nelle aree a rischio. Questa decisione apre la strada a forme innovative di tutela dei cittadini di fronte all’inerzia della pubblica amministrazione, e rafforza la possibilità di ottenere un adeguato risarcimento per i danni ingenti subiti. La sentenza non solo rappresenta una vittoria per i cittadini danneggiati, ma anche un importante precedente che potrebbe ispirare nuove strategie di prevenzione e gestione del rischio idrogeologico, ponendo l’accento sulla necessità di un approccio proattivo e responsabile da parte delle istituzioni pubbliche. Si tratta di un segnale forte verso un sistema di governance del territorio più attento alla sicurezza e al benessere della collettività.
Ravone, Bologna: Tribunale ordina garanzia danni per esondazione
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