Il contenzioso relativo all’esondazione del torrente Ravone, che nel corso del 2023 ha gravemente danneggiato la comunità di Bologna, approda a una fase cruciale.
Il Tribunale delle Acque Pubbliche di Firenze, organo specializzato nella risoluzione di controversie legate alla gestione e alla tutela delle risorse idriche, ha fissato per il 20 novembre una udienza destinata a decidere sulla validità del ricorso presentato da un comitato di cittadini direttamente colpiti dall’evento calamitoso.
Il ricorso, rivolto contro la Regione Emilia-Romagna, il Comune di Bologna, il Presidente della Regione in qualità di Commissario Delegato (de Pascale) e il Commissario Straordinario per l’Emergenza (Curcio), lamenta danni consistenti derivanti dalla mancata o inadeguata prevenzione dell’esondazione.
La causa, inizialmente trattata dal Tribunale Civile di Bologna, è stata trasferita al Tribunale delle Acque Pubbliche in seguito a una dichiarazione di incompetenza.
Tale decisione, apparentemente tecnica, riflette la complessità della questione, che intreccia aspetti di responsabilità amministrativa, gestione del rischio idrogeologico e tutela della collettività.
La giudice istruttore Giulia Conte, nel provvedimento di fissazione dell’udienza, solleva un elemento di incertezza procedurale: la possibilità che anche il Tribunale delle Acque Pubbliche possa, a sua volta, dichiararsi incompetente, rimettendo la questione al Tribunale di Bologna.
Questa eventualità sottolinea la delicatezza del confine tra le competenze giurisdizionali e la difficoltà di definire univocamente la natura del danno subito dai cittadini.
Il comitato dei cittadini, rappresentato dall’avvocato Adriano Travaglia, vede nella data del 20 novembre un punto di svolta fondamentale.
L’obiettivo è dirimere la questione della competenza territoriale, un ostacolo che ha finora rallentato il processo di riconoscimento dei diritti lesi.
La decisione del Tribunale delle Acque Pubbliche avrà un impatto significativo sull’iter del contenzioso e sulla possibilità per i cittadini di ottenere un risarcimento per i danni subiti.
L’accoglienza delle ragioni dei cittadini in primo grado da parte del Tribunale di Bologna aveva inizialmente aperto la strada a un risarcimento, ma la successiva questione di competenza ha creato un limbo procedurale.
Il comitato dei cittadini, dopo un lungo e complesso contenzioso, interpreta la decisione del Tribunale delle Acque Pubbliche come un’opportunità per riprendere la strada verso la giustizia.
La speranza è che, indipendentemente dalla decisione finale sulla competenza, il caso possa finalmente giungere a una risoluzione che riconosca e compensi adeguatamente i danni materiali, morali ed economici causati dall’esondazione del Ravone, evidenziando la necessità di una gestione più efficace del rischio idrogeologico e di una maggiore tutela dei diritti dei cittadini di fronte a eventi calamitosi.







