Un anno dopo l’impatto devastante dell’alluvione che colpì il quartiere di Ravone a Bologna, una giornata di festa e riflessione ha segnato un momento cruciale per la comunità.
L’evento, promosso dal comitato “Ravone Sicuro”, in collaborazione con la parrocchia di San Paolo, gli scout Agesci, “Bologna for Climate Justice” e il collettivo Plat, ha rappresentato un’occasione per sostenere le attività commerciali locali, esprimere gratitudine ai numerosi volontari che hanno operato nell’emergenza e, soprattutto, avviare un confronto aperto con le istituzioni sulla complessa sfida della prevenzione e della mitigazione del rischio idrogeologico.
La mattinata è stata caratterizzata da un intenso dialogo tra i cittadini e i rappresentanti dell’amministrazione comunale, tra cui il sindaco Matteo Lepore, e gli assessori Daniele Ara (Sicurezza Idraulica) e Matilde Madrid (Sicurezza Urbana).
Le domande dei residenti, puntuali e pressanti, hanno centrato i temi cruciali del risarcimento dei danni subiti, l’efficacia del piano di protezione civile e, soprattutto, l’attuazione di misure concrete per garantire la sicurezza del territorio.
Don Alessandro Astrati, parroco della chiesa di San Paolo, ha sottolineato l’evidente contrasto tra la desolazione del passato e l’atmosfera di rinnovamento che pervadeva la giornata.
Pur nel ricordo delle difficoltà, ha evidenziato la costanza e la profondità del legame comunitario, un sentimento di solidarietà che ha caratterizzato sia i momenti immediatamente successivi alla catastrofe che l’odierna celebrazione.
Il sindaco Lepore ha riconosciuto apertamente l’ampio margine di lavoro ancora da compiere, ribadendo l’importanza del dialogo diretto con i cittadini per illustrare le azioni intraprese e gli impegni assunti con la Regione Emilia-Romagna.
Ha specificato come la richiesta di un piano speciale per Bologna, indirizzata alla Regione, miri a concentrare gli investimenti sulla prevenzione, un elemento imprescindibile per ridurre la vulnerabilità del territorio.
L’analisi congiunta, commissionata all’Università e alla Regione, è chiamata a determinare gli interventi prioritari da realizzare a monte del Ravone, al fine di diminuire il rischio di eventi estremi e di quantificare il flusso di acqua nei canali.
Maria Elena Bonfigli, del “Comitato Ravone Sicuro”, ha rilevato come, nelle conversazioni a tavoli diversi, la rivendicazione più diffusa fosse la certezza che una tragedia simile non dovesse ripetersi.
L’auspicio è che questo confronto diretto e costante con le istituzioni possa finalmente tradursi in soluzioni tangibili e durature, promuovendo la sicurezza e la resilienza della comunità di Ravone.
La ricostruzione non è solo materiale, ma è un percorso condiviso.