Rimini, choc: accuse di violenza sessuale da padre a figlia quindicenne

Un evento drammatico ha scosso la comunità scolastica riminese, portando alla luce accuse gravissime di violenza sessuale da parte di un padre nei confronti della figlia quindicenne.
La giovane, precedentemente rivolgendosi allo sportello di ascolto psicologico della scuola, ha descritto un quadro di attenzioni inaccettabili, percepite come intrusione e adozione di comportamenti a sfondo sessuale, che l’hanno profondamente turbata.
Il racconto della ragazza, avvenuto dinanzi alla psicologa scolastica, ha fatto emergere un episodio specifico risalente alla fine del 2024, apparentemente il detonatore di una dinamica più complessa e ripetuta nel tempo.

La delicatezza e la gravità della situazione hanno immediatamente innescato il protocollo di intervento previsto dalla scuola, conducendo all’attivazione dei servizi specialistici dell’Ausl Romagna.
Di fronte al personale sanitario, la quindicenne ha approfondito il suo racconto, rivelando una sofferenza protrattasi per un anno intero, durante il quale avrebbe subito comportamenti sessualmente espliciti da parte del padre.
Questa escalation di eventi ha determinato l’obbligo di segnalazione alle autorità competenti, con la conseguente trasmissione della denuncia alla Questura di Rimini e, successivamente, alla Procura della Repubblica.
Il pubblico ministero ha quindi avviato un’indagine formale, aprendo un fascicolo d’indagine a carico del padre, un uomo di quarant’anni di origine straniera.

L’uomo, assistito dal suo legale, ha formalmente negato le accuse, sostenendo la propria innocenza e suggerendo che la denuncia della figlia fosse motivata da sentimenti di gelosia nei confronti del fratello minore, nato recentemente.
Nonostante la negazione, la ragazza è stata sottoposta a un’audizione protetta davanti al giudice per le indagini preliminari (GIP) del Tribunale di Rimini, nel corso di un incidente probatorio.

Affiancata da una psicoterapeuta, ha ribadito con precisione i dettagli degli episodi che l’hanno colpita, confermando la veridicità della sua denuncia.

L’udienza protetta, condotta in un ambiente sicuro e supportato da un professionista della salute mentale, ha avuto lo scopo di proteggere la giovane e di consentirle di esporre la sua versione dei fatti in un contesto meno traumatico.
L’accusa di violenza sessuale, se confermata, comporta conseguenze legali gravissime e solleva interrogativi profondi sulla dinamica familiare, sulla tutela dei minori e sulla necessità di rafforzare i servizi di supporto psicologico e legale per le vittime di abusi.
L’indagine è in corso e si preannuncia complessa, richiedendo un approccio sensibile e rigoroso per accertare la verità e garantire la giustizia.

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