lunedì 28 Luglio 2025
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Ristori Covid Emilia-Romagna: La Regione sotto accusa

La recente presa di posizione del Presidente della Regione Emilia-Romagna, Sergio De Pascale, riguardante la delibera relativa ai ristori Covid destinati alle strutture sanitarie private accreditate, solleva interrogativi profondi e genera un clima di seria preoccupazione.
La dichiarazione, che definisce tali risorse come “non dovute”, configura un’inversione di rotta che incide non solo sul piano finanziario, ma soprattutto su quello della credibilità istituzionale e della fiducia nei confronti della pubblica amministrazione.

La decisione di revocare un provvedimento formalizzato, pubblicamente comunicato e divenuto punto di riferimento per realtà che hanno assicurato un’assistenza cruciale durante il periodo più acuto dell’emergenza pandemica, appare incongruente e denota una gestione poco trasparente delle risorse pubbliche.

Questa manovra, in aperto contrasto con le promesse e le assicurazioni – ripetute più volte durante la campagna elettorale e nei primi mesi di governo – che attestavano la solidità finanziaria della Regione, genera sospetti su una possibile manipolazione dei conti o su una valutazione erronea delle priorità.
L’impegno formale, precedentemente assunto, di sostenere economicamente le strutture private accreditate, che si sono attestate al fianco del sistema sanitario pubblico in un momento di crisi nazionale, è stato così sminuito in modo inaccettabile.
L’operazione, con la sua apparente casualità, rischia di minare la collaborazione tra pubblico e privato, fondamentale per garantire un’offerta sanitaria efficiente e capillare sul territorio.
La responsabilità di questa svolta non può essere assunta esclusivamente dall’attuale Presidente.

È necessario un esame accurato delle azioni e delle decisioni di chi, in precedenza, ha contribuito alla definizione e all’approvazione del provvedimento in questione.

In particolare, si richiedono chiarimenti e spiegazioni puntuali agli assessori Irene Priolo e Davide Baruffi, al capogruppo Pd Paolo Calvano e all’ex assessore Raffaele Donini, figure chiave nella precedente amministrazione.

Il loro silenzio, di fronte a un’azione così radicale, sarebbe indice di una connivenza inaccettabile.

Il primo atto formale del Presidente De Pascale, caratterizzato da un aumento generalizzato della pressione fiscale giustificato dalla necessità di rafforzare il sistema sanitario regionale, appare ora paradossale.
Si configura come un’inversione di rotta che non solo mette in discussione le politiche sanitarie del centrosinistra, ma scredita anche l’integrità del Presidente stesso.

La necessità di una trasparenza assoluta e di un rendiconto dettagliato delle risorse pubbliche è oggi più urgente che mai, al fine di ristabilire la fiducia dei cittadini e di garantire un futuro più sicuro e affidabile per il sistema sanitario emiliano-romagnolo.

L’episodio richiede un dibattito pubblico ampio e approfondito, volto a chiarire le motivazioni di questa decisione e a prevenire il ripetersi di situazioni simili in futuro.

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