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Ruspa a Pinarella: Gnoli chiede revisione custodia cautelare

Ravenna, 31 Luglio – Un drammatico intreccio di negligenza, inosservanza della legge e precedenti penali ha portato Lerry Gnoli, 54 anni, a richiedere la revisione della sua custodia cautelare presso il Tribunale di Bologna.

L’uomo è detenuto dal 28 giugno in seguito alla tragica scomparsa di Elisa Spadavecchia, 66 anni, turista vicentina morta sul colpo il 24 maggio scorso sulla spiaggia di Pinarella di Cervia, vittima di un incidente causato dalla ruspa guidata da Gnoli.
L’evento, che ha scosso profondamente la comunità locale, non si riduce a una semplice fatalità, ma rivela una concatenazione di fattori critici che hanno contribuito al disastro.
L’incidente, verificatosi in un’area costiera di elevato afflusso turistico, ha immediatamente sollevato interrogativi sulla sicurezza dei cantieri e sulla responsabilità individuale.

La difesa di Gnoli, rappresentata dall’avvocato Vittorio Manes, intende presentare un appello, supportato da nuova documentazione, volto a ottenere la revoca della custodia cautelare o, in alternativa, l’applicazione di una misura meno afflittiva.

La richiesta precedente, già formulata, era stata precedentemente respinta dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) di Ravenna.
Durante l’interrogatorio iniziale, Gnoli aveva confessato l’uso di sostanze stupefacenti, tentando di minimizzare l’episodio come un’assunzione anteriore all’incidente.
Tuttavia, gli esami ematici hanno confermato la presenza di cocaina nel suo organismo, mettendo in discussione la sua versione dei fatti e sollevando seri dubbi sulla sua idoneità a guidare mezzi pesanti.

Le indagini condotte dai Carabinieri e dalla Capitaneria di Porto hanno inoltre rivelato che la ruspa, risultata di proprietà di Gnoli, era sprovvista di targa e di dispositivi di segnalazione acustica e visiva, violando così le normative in materia di circolazione di macchinari da cantiere.

Si è appurato, inoltre, che i lavori di spianamento delle dune erano stati completati oltre venti giorni prima dell’incidente, suggerendo che l’utilizzo della ruspa in quel momento fosse privo di giustificazione operativa.
L’aspetto più allarmante è che Gnoli guidava la ruspa con una patente di guida revocata, conseguenza di un precedente reato di omicidio stradale commesso nel 2022, episodio che già testimoniava una pericolosa propensione a comportamenti irresponsabili alla guida e a un abuso di sostanze stupefacenti.

Questo carico di precedenti penali aggrava significativamente la posizione di Gnoli e rende la sua richiesta di liberazione oggetto di un’attenta valutazione da parte del Tribunale di Bologna, tenendo conto della gravità del danno causato e della reiterata violazione delle norme che tutelano la sicurezza pubblica.
L’intera vicenda pone interrogativi profondi sulla necessità di rafforzare i controlli sulla sicurezza nei cantieri e sull’applicazione delle sanzioni per chi mette a repentaglio la vita altrui.

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