La tenuta finanziaria del Servizio Sanitario Regionale emiliano-romagnolo è al centro di un acceso dibattito, innescato da recenti valutazioni che avrebbero evidenziato un presunto deficit di quasi un miliardo di euro.
L’Assessore Regionale alla Sanità, Massimo Fabi, interviene per chiarire la complessità della situazione e contestare l’interpretazione semplicistica offerta dall’opposizione.
È fondamentale comprendere che i bilanci di previsione, per loro stessa natura, rappresentano una fotografia puntuale delle entrate certe al momento della loro stesura, coesistendo con la previsione di tutte le possibili voci di spesa.
Questa metodologia contabile, lungi dall’essere un elemento di opacità, garantisce una gestione prudente e trasparente delle risorse pubbliche.
Presentare questi documenti come prova di una crisi finanziaria imminente significa ignorare i principi fondamentali della contabilità pubblica e, soprattutto, disinformare i cittadini.
La cifra di 985 milioni di euro, riportata dai media, non riflette un effettivo disavanzo, bensì l’ammontare di potenziali voci di spesa previste, che andranno poi valutate e gestite nell’arco dell’esercizio finanziario.
Un dato che, se decontestualizzato, rischia di minare la fiducia dei cittadini e di screditare l’impegno profuso da migliaia di professionisti sanitari che quotidianamente operano con dedizione nel sistema regionale.
Un elemento cruciale che incide sulla programmazione finanziaria è l’attuale impasse nella definizione dell’Intesa Stato-Regioni relativa alla ripartizione delle risorse del Fondo Sanitario Nazionale per il 2025.
L’incremento proposto a livello nazionale si rivela inadeguato a compensare l’incremento della spesa sanitaria, trainato da fattori quali l’inflazione, il rinnovo dei contratti di lavoro del personale sanitario e, soprattutto, l’introduzione e l’utilizzo di terapie innovative ad alto costo, destinate a un numero sempre maggiore di pazienti.
Questa problematica, come sottolinea l’Assessore Fabi, è condivisa da tutte le regioni italiane.
Lungi dal concentrarsi su interpretazioni errate dei bilanci di previsione, l’attenzione dovrebbe essere rivolta alla questione strutturale del sottofinanziamento del sistema sanitario nazionale.
Questa carenza cronica di risorse determina una perdita annuale di circa il 2% del budget regionale, corrispondente a circa 200 milioni di euro.
Un deficit che compromette la qualità dei servizi offerti e mette a rischio la sostenibilità del sistema nel lungo periodo, richiedendo un intervento urgente a livello nazionale per garantire un finanziamento adeguato e commisurato alle reali necessità del Servizio Sanitario Pubblico.
L’obiettivo primario deve essere quello di tutelare la salute dei cittadini, assicurando loro l’accesso a cure di qualità e a un sistema sanitario resiliente e capace di affrontare le sfide future.