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Scuola Emilio Sereni: Riflessioni sui Paesaggi Colturali e il Futuro del Territorio

La diciassettesima edizione della Scuola di Paesaggio Emilio Sereni ha recentemente concluso i suoi lavori presso l’Istituto Alcide Cervi di Gattatico (Reggio Emilia), raccogliendo un’affluenza significativa che ha superato il centinaio tra partecipanti in presenza e in modalità remota.
L’evento, durato cinque giorni, dal 26 al 30 agosto, ha catalizzato l’attenzione di sessanta studiosi e professionisti presenti in loco e di oltre quaranta collegati virtualmente, tutti impegnati nell’esplorazione complessa e multiforme del tema “Paesaggi Colturali”.

La Scuola di Paesaggio Emilio Sereni, sotto la direzione sapiente di Rossano Pazzagli, docente dell’Università del Molise, si conferma un’istituzione imprescindibile nel panorama nazionale, un punto di convergenza per esperti di agricoltura, ambiente, territorio e cultura.

L’edizione 2024 ha stimolato un dibattito profondo, interrogandosi sulla natura intrinseca dei paesaggi colturali: sono, o possono essere, considerati espressioni culturali di pari dignità rispetto ad altri patrimoni immateriali? Il concetto cruciale emerso è che il paesaggio non è un’immagine statica, un mero sfondo pittoresco, ma uno specchio dinamico e sensibile che riflette le trasformazioni sociali, economiche e ambientali di una comunità.

È un racconto visivo in continua evoluzione, plasmato dall’interazione tra uomo e natura.
Albertina Soliani, presidente dell’Istituto Alcide Cervi, ha sottolineato il valore inestimabile della Scuola Sereni come fucina di idee e progetti innovativi per la valorizzazione del territorio.

L’evento, dedicato alla memoria di Emilio Sereni, intellettuale visionario e fondatore dell’agronomia culturale italiana, custodisce il suo importante archivio presso l’Istituto.

Sereni, con la sua opera pionieristica, ha riconosciuto il paesaggio agrario come un sistema complesso di relazioni tra elementi naturali e attività umane, un’eredità culturale da proteggere e interpretare.
Il programma della Scuola è stato arricchito da un itinerario didattico che ha attraversato il territorio carpigiano, con visite guidate alle risaie, simbolo di una tradizione secolare, e al Museo Monumento al Deportato di Carpi, un luogo di memoria e riflessione sulla storia.
Suggestivi spettacoli del Coro delle Mondine di Novi di Modena hanno evocato l’importanza del lavoro femminile nell’agricoltura, mentre tre mostre negli spazi del Museo di Casa Cervi hanno offerto spunti di approfondimento sul rapporto tra uomo, territorio e cultura.

Guardando al futuro, l’edizione 2026 della Scuola di Paesaggio Emilio Sereni sarà dedicata al tema “Paesaggi Perduti”.

Questa scelta ambiziosa si propone di stimolare una riflessione critica su ciò che è stato irrimediabilmente cancellato o profondamente alterato dall’azione umana e dalle trasformazioni ambientali, ma anche di promuovere la ricerca di strategie innovative di rigenerazione che coniughino la tutela del patrimonio agricolo, la sostenibilità ambientale e il benessere delle comunità locali.
Un’occasione per ripensare il nostro rapporto con il territorio, per recuperare la memoria del passato e per progettare un futuro più resiliente e armonioso.

L’impegno dell’Istituto Alcide Cervi nella promozione della formazione e della consapevolezza territoriale si estende anche al periodo immediatamente successivo, con un percorso di alta formazione dedicato a quadri sindacali Cgil, in programma dal 22 al 24 settembre, incentrato sul tema cruciale del rapporto tra territorio e agricoltura.

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