L’alimentazione degli atleti amatoriali è spesso teatro di convinzioni errate e diodi alimentari poco virtuosi, come evidenziato da una recente ricerca condotta dall’Università degli Studi di Milano e presentata in un evento organizzato dal Gruppo Barilla. L’indagine, pubblicata sull’International Journal of Food Sciences and Nutrition, ha analizzato le abitudini alimentari di un campione di atleti non professionisti, rivelando un quadro preoccupante: deficit significativi nell’assunzione di frutta, verdura, legumi e cereali integrali, un utilizzo limitato di olio extravergine d’oliva e una dipendenza eccessiva da proteine animali e prodotti carne trasformati.Il dato più rilevante, confermato dall’esperienza dell’ex nuotatore Filippo Magnini, è la diffusa percezione negativa nei confronti dei carboidrati, ingiustamente accusati di compromettere la composizione corporea e la performance atletica. Questa convinzione, radicata in una comprensione superficiale della nutrizione sportiva, porta molti atleti a limitare drasticamente l’assunzione di carboidrati, sacrificando un macronutriente fondamentale per l’energia e la rigenerazione muscolare.Per testare l’impatto di un’alimentazione più equilibrata, i ricercatori hanno condotto un intervento dietetico di otto settimane, confrontando due modelli alimentari di tipo mediterraneo. Il primo, “high-carb”, prevedeva un apporto di carboidrati pari al 55-60% dell’energia totale, con un consumo minimo di cinque porzioni di pasta a settimana. Il secondo, a basso contenuto di carboidrati, limitava l’apporto al 40-45% e riduceva le porzioni di pasta a meno di due a settimana.I risultati sono stati eloquenti: la dieta “high-carb” ha prodotto effetti significativamente più favorevoli sulla forza muscolare, sulla massa grassa e, in generale, sulla composizione corporea. Questa osservazione cruciale smentisce le preoccupazioni infondate sui carboidrati, dimostrando che, con le giuste proporzioni e scegliendo fonti complesse come la pasta, essi rappresentano un elemento positivo per la performance atletica e il benessere generale. Non sono stati riscontrati effetti collaterali o alterazioni nei parametri ematici, a ulteriore conferma della sicurezza e dell’efficacia di un approccio alimentare basato sui principi della dieta mediterranea.“La dieta mediterranea, con un adeguato apporto di carboidrati complessi, non è solo adatta alla popolazione generale, ma rappresenta un pilastro fondamentale per l’alimentazione degli sportivi amatoriali”, afferma Michelangelo Giampietro, specialista in medicina dello sport. “Raccomandiamo un consumo giornaliero di carboidrati superiore a 2 grammi per chilo di peso corporeo, privilegiando fonti complesse e distribuendo l’apporto durante l’arco della giornata per ottimizzare l’energia disponibile e favorire il recupero muscolare.” Il messaggio è chiaro: abbandonare i pregiudizi e abbracciare un’alimentazione equilibrata, dove i carboidrati, nella loro forma più sana e complessa, giocano un ruolo chiave per raggiungere il pieno potenziale atletico.
Sportivi amatoriali: la pasta è un toccasana!
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