BOLOGNA, 17 GIUGNO – Un’operazione complessa e meticolosamente pianificata ha portato al recupero e alla messa in sicurezza di cinque cruciali dispositivi elettronici, recuperati dalle profondità del lago di Suviana, nell’Appennino bolognese. Questi elementi, localizzati al livello -6 della centrale idroelettrica Enel Green Power, rappresentano una testimonianza digitale fondamentale per l’inchiesta sulla tragedia del 9 aprile 2024, che ha causato la perdita di sette vite umane e il ferimento di altrettanti lavoratori.La Procura di Bologna, guidata dai sostituti Flavio Lazzarini e Michela Guidi, ha orchestrato l’intervento con la precisa intenzione di acquisire dati potenzialmente utili a ricostruire la dinamica dell’evento catastrofico. Il recupero, svolto in condizioni di elevata difficoltà, costituisce una tappa cruciale all’interno di un’indagine complessa, focalizzata sui reati di disastro colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni personali colpose derivanti dall’ambiente lavorativo.Le operazioni, che hanno richiesto l’impiego coordinato di risorse specializzate, sono state condotte da una squadra di subacquei dei Vigili del Fuoco, affiancati da un contingente di Carabinieri, sia del territorio che della Sezione Polizia Giudiziaria, supportati da un’ambulanza del 118 per garantire la sicurezza del personale coinvolto. La presenza di un’unità mobile dei Carabinieri ha permesso una gestione logistica efficiente e la comunicazione costante tra le diverse componenti operative. Un totale di 25 Vigili del Fuoco e 20 Carabinieri hanno partecipato alle operazioni.La particolarità del recupero risiede nell’estrema cautela necessaria per preservare l’integrità dei dati contenuti nei dispositivi. Ogni elemento è stato sigillato in contenitori ermetici dotati di valvola di sfiato, un’attenta misura preventiva per evitare qualsiasi alterazione dei dati a causa della pressione idrostatica e della possibile contaminazione ambientale.I dispositivi, ora in custodia, saranno affidati ad un laboratorio specializzato di Modena, dove il consulente informatico nominato dalla Procura, Giuseppe Montagnola, si occuperà di effettuare una pulizia forense, un processo complesso volto a estrarre copie digitali fedeli (forensic imaging) senza compromettere le informazioni originali. Questo procedimento è essenziale per consentire un’analisi accurata e ineccepibile dei dati.L’obiettivo primario dell’indagine, che vede al momento iscritto nel registro degli indagati un numero di cinque persone, è di identificare le cause che hanno portato allo scoppio durante un’operazione di collaudo, con la speranza di prevenire simili tragiche conseguenze in futuro e fare piena luce sulle responsabilità. L’analisi dei dati recuperati potrebbe rivelare aspetti cruciali relativi alle procedure di sicurezza, alla manutenzione degli impianti e alle dinamiche del lavoro.
Suviana, recuperati dispositivi chiave per l’inchiesta sulla tragedia.
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