sabato 2 Agosto 2025
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Tartarughe marine: la Riviera Romagnola le salva, un impegno virtuoso.

Ogni anno, le coste della Riviera Romagnola diventano teatro di un delicato e costante impegno di soccorso per le tartarughe marine *Caretta caretta*, una specie protetta e vulnerabile.
I centri specializzati emiliano-romagnoli intercettano circa duecento esemplari feriti o debilitati, vittime di incidenti con imbarcazioni, ingestione di rifiuti plastici, o semplicemente indeboliti da condizioni ambientali avverse.
L’impegno e la competenza di questi centri si traducono in un tasso di sopravvivenza superiore al 90%, un risultato notevole che testimonia la dedizione dei professionisti e dei volontari coinvolti.
La Regione Emilia-Romagna, consapevole dell’importanza cruciale di questa attività, sostiene attivamente questi presidi di biodiversità con un finanziamento di 40.000 euro, erogato tramite l’Ente Parco del Delta del Po.
Questo investimento non è solo un aiuto economico, ma un riconoscimento del valore intrinseco del lavoro svolto.
Oltre al soccorso degli esemplari feriti, i centri si dedicano alla protezione dei siti di nidificazione, un aspetto fondamentale per la conservazione della specie.
Quest’anno, particolare attenzione è rivolta a due nidi localizzati a Riccione e a Punta Marina, dove vengono implementate misure preventive per minimizzare i rischi di danneggiamento delle uova, un pericolo spesso legato all’attività antropica, anche non intenzionale.
La salvaguardia di questi nidi, parte di un fenomeno che vede circa 600 siti di nidificazione in tutta Italia, è un tassello essenziale nella strategia di recupero della popolazione di *Caretta caretta*.

L’azione dei centri di recupero va ben oltre la semplice cura degli animali.
Rappresentano un nodo cruciale in una rete di ricerca scientifica che utilizza, ad esempio, il tracciamento satellitare (GPS) per monitorare gli spostamenti delle tartarughe e comprendere meglio i loro percorsi migratori, le aree di alimentazione e i potenziali pericoli che le attendono.

Queste informazioni sono fondamentali per definire politiche di conservazione efficaci e mirate.

Come sottolinea l’Assessora ai Parchi, forestazione e biodiversità, Gessica Allegni, questi centri non sono solo luoghi di cura, ma veri e propri laboratori di consapevolezza ambientale, che uniscono competenze specialistiche, impegno civile e una profonda sensibilità verso il patrimonio naturale.

Il loro lavoro è un esempio virtuoso di come la tutela della biodiversità possa diventare un motore di sviluppo sostenibile e di coesione sociale, coinvolgendo comunità locali e promuovendo un futuro più rispettoso dell’ambiente.
Il successo di questa iniziativa testimonia l’importanza di un approccio integrato, che coniuga scienza, volontariato e sensibilizzazione, per la salvaguardia di una specie iconica e vulnerabile come la tartaruga marina *Caretta caretta*.

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