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Tavolicci, 81 anni dopo: una ferita aperta nella memoria.

Il 22 luglio 1944, Tavolicci, un paesino incastonato nel cuore dell’Appennino forlivese, fu teatro di una delle più atroci manifestazioni di violenza perpetrata dalla repressione nazifascista durante la Seconda Guerra Mondiale.
Sessantaquattro vite furono brutalmente spezzate, un numero che include un’inquietante proporzione di donne, anziani e, soprattutto, bambini – diciannove di loro con meno di dieci anni.
L’eccidio di Tavolicci non è semplicemente un evento storico da commemorare, ma una cicatrice profonda nella memoria collettiva dell’Emilia-Romagna, una ferita a lungo trascurata e marginalizzata, simbolo di una pagina oscura che ha tentato di eclissarsi.

L’importanza di questa commemorazione, che quest’anno giunge all’ottantunesimo anniversario, trascende il mero atto di ricordare.

Rappresenta un imperativo etico, un dovere civico ineludibile, che ci impone di confrontarci con la fragilità umana, la barbarie ideologica e la necessità imprescindibile di preservare i valori fondanti della nostra Repubblica.
La presenza istituzionale, rappresentata dall’Assessora alla Cultura, Gessica Allegni, sottolinea l’impegno regionale a mantenere viva la memoria di questa tragedia, non come un ricordo isolato, ma come un monito costante.

L’eccidio di Tavolicci, come altre vicende simili, incarna il volto più feroce di un regime totalitario, volto a schiacciare ogni forma di dissenso e a terrorizzare la popolazione civile.

La sua sistematicità e la crudeltà con cui fu perpetrato, mirando in particolare a coloro che rappresentavano il futuro – i bambini – lo rendono un esempio particolarmente emblematico della disumanizzazione portata avanti dal regime.
Il compito che ci è affidato non si limita alla rievocazione storica.

Richiede un’analisi critica delle cause che hanno reso possibile una simile atrocità, affinché non si ripetano.
Il revisionismo e la sottovalutazione della Shoah e delle sue conseguenze, la riscoperta di narrazioni apologetiche o minimizzanti, rappresentano una minaccia costante alla tenuta dei nostri valori democratici.
La legge regionale sulla memoria del ‘900 costituisce uno strumento fondamentale per garantire che queste tragedie siano non solo ricordate, ma anche compresi e interpretati correttamente.

La collaborazione con istituti storici, associazioni e comitati di promozione della memoria è essenziale per costruire una narrazione accurata e completa, capace di trasmettere alle nuove generazioni i valori di libertà, giustizia e antifascismo sanciti nella nostra Costituzione.
Il nostro impegno, pertanto, deve tradursi in un’azione quotidiana contro ogni forma di discriminazione, intolleranza e sopruso, promuovendo una cultura della legalità, del rispetto e della solidarietà, affinché Tavolicci e le altre tragedie del passato siano un monito costante a difendere i principi fondamentali della nostra democrazia e a costruire un futuro di pace e prosperità per tutti.

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