Il cielo di Piacenza, il 13 agosto 2006, fu teatro di una tragedia che segnò profondamente la comunità locale e risuonò ben oltre i confini emiliani.
Un cargo Lockheed C-130 Hercules, appartenente alla compagnia aerea Air Algerie e in viaggio da Algeri a Francoforte, precipitò in un campo aperto nei pressi di Cà degli Ossi, un sobborgo rurale ai margini della città.
La caduta di quell’imponente macchina, un gigante metallico che spezzò il silenzio della sera, portò con sé la perdita di tre vite umane: il comandante Abdou Mohamed, un professionista esperto di 43 anni; il copilota Mohamed Tayeb Bederina, veterano prossimo alla pensione, 59 anni, e il tecnico Moustafa Khadid.
La ricostruzione dell’accaduto rivela un quadro drammatico, intriso di coraggio e di un’incredibile capacità di gestione di emergenza.
Le ultime comunicazioni con la torre di controllo di Milano, intercettate e trascritte, testimoniano un tentativo disperato di allontanare l’aereo dalle aree densamente popolate.
La frase lapidaria, “C’est fini”, pronunciata in un tono concitato, rivela la drammatica consapevolezza del comandante, che, con abilità e freddezza, guidò l’aereo verso un punto di impatto che, sebbene tragico, evitò un disastro ben più esteso.
L’aereo, deviato per eludere un fronte temporalesco di dimensioni imponenti, che originariamente non prevedeva il sorvolo di Piacenza, si inabissò in un campo, sfiorando le abitazioni circostanti.
La traiettoria di caduta, un arco spezzato nel cielo, seminò detriti e frammenti di metallo per centinaia di metri, infrangendo vetri e seminando la paura tra i testimoni.
L’impatto generò un’onda d’urto emotiva che ancora oggi risuona nella memoria collettiva.
La comunità piacentina, scossa da un evento così inaspettato e devastante, ha eretto una stele commemorativa nella zona della Besurica, luogo di riferimento per la memoria delle vittime.
Ogni anno, nel 19° anniversario della tragedia, l’Amministrazione comunale depone fiori ai piedi della stele, un gesto simbolico che rappresenta il cordoglio e la vicinanza dell’intera cittadinanza alle famiglie dei tre membri dell’equipaggio.
La celebrazione, pur non avendo la formalità di una cerimonia ufficiale, si conclude con una toccante messa parrocchiale alle 18 presso la chiesa di San Vittore, alla quale partecipa la sindaca Katia Tarasconi, testimonianza del profondo legame che ancora unisce la città al ricordo di quegli uomini.
La tragedia del C-130, al di là del dolore e della perdita, ha lasciato un’eredità di riflessioni sulla sicurezza aerea, sulla gestione delle emergenze e sulla fragilità dell’esistenza umana.
La memoria dei tre membri dell’equipaggio continua a vivere nel cuore di Piacenza, esortando a un impegno costante per la prevenzione e per la promozione di una cultura della sicurezza che possa scongiurare il ripetersi di simili tragedie.