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sabato 8 Novembre 2025

Trapianto pionieristico: il cuore salvato oltre i confini regionali

Un’operazione complessa e pionieristica ha recentemente coronato il successo del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, segnando una pietra miliare nell’ambito dei trapianti cardiaci in Emilia-Romagna.

Un cuore, precedentemente dichiarato in stato di arresto cardiaco a Livorno, è stato con successo prelevato e trapiantato, rappresentando il primo intervento di questo tipo eseguito nella regione con un prelievo effettuato al di fuori dei confini regionali.

L’evento trascende la semplice riuscita di un trapianto; si configura come un’innovativa strategia di ottimizzazione delle risorse e di valorizzazione del potenziale di donazione.
In un contesto in cui la disponibilità di organi idonei al trapianto è una sfida costante, questa iniziativa apre nuove prospettive per salvare vite umane, estendendo la rete di donazione oltre i confini geografici immediati.

La riuscita dell’operazione è stata resa possibile da una complessa sinergia di competenze e tecnologie.

Un team specializzato, composto da cardiochirurghi, specialisti in anestesia e rianimazione, perfusionisti e infermieri strumentisti, si è mobilitato rapidamente.
Un elemento cruciale è stato l’impiego di un’unità mobile, dotata di attrezzature dedicate alla conservazione e al trasporto del cuore, con supporto Ecmo (ExtraCorporeal Membrane Oxygenation), per replicare le condizioni ottimali di una sala operatoria cardiochirurgica direttamente a Livorno.
Questa capacità di portare il centro di competenza al luogo del prelievo minimizza il rischio di danneggiamento dell’organo durante il trasporto, un fattore determinante per il successo del trapianto.

Il direttore della Cardiochirurgia del Sant’Orsola, Davide Pacini, sottolinea come questa iniziativa sia il risultato di un approccio collaborativo, che massimizza l’utilizzo di risorse esistenti e permette di recuperare organi potenzialmente donabili che altrimenti andrebbero persi in strutture non attrezzate per la cardiochirurgia.

L’attivazione proattiva del team di prelievo, con trasferimento sul territorio del donatore, si è dimostrata superiore rispetto alle modalità tradizionali, migliorando significativamente le performance complessive della procedura.
L’operazione ha richiesto un coordinamento meticoloso tra i Centri Regionali di Riferimento Trapianti di Emilia-Romagna e Toscana, evidenziando l’importanza di una rete trapiantologica integrata a livello regionale e interregionale.
Il successo di questa iniziativa non solo ha salvato una vita, ma rafforza il ruolo dell’Emilia-Romagna come centro di eccellenza nell’ambito dei trapianti, con tassi di sopravvivenza a 5 anni superiori alla media nazionale (79% contro il 73%), testimonianza di una costante ricerca di innovazione e miglioramento continuo.

L’episodio rappresenta un importante passo avanti nella direzione di un sistema sanitario più efficiente e orientato alla cura del paziente.

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