mercoledì 10 Settembre 2025
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Vendemmia 2025 in Emilia-Romagna: raccolto anticipato e sfide aperte

La vendemmia 2025 in Emilia-Romagna si preannuncia un evento cruciale, con l’inizio della raccolta previsto attorno al 10 agosto, anticipando le consuete date e focalizzandosi inizialmente sulle varietà destinate alla produzione di spumanti, come Pinot Nero e Chardonnay.
Le stime di Confagricoltura indicano una resa produttiva in linea con quella del 2024, un miglioramento significativo rispetto alle annate 2023 e 2022, caratterizzate da condizioni più sfavorevoli, e un profilo qualitativo delle uve giudicato ottimale.

L’anticipazione della raccolta prima di Ferragosto, un fenomeno sempre più diffuso nel panorama vitivinicolo regionale, riflette una crescente capacità di adattamento del settore alle mutate condizioni climatiche e agronomiche.
Tuttavia, la distribuzione delle rese non è omogenea: alcune aree mostrano una produzione robusta e promettente, mentre altre si confrontano con volumi più contenuti, evidenziando la variabilità microclimatica tipica del territorio emiliano-romagnolo.

Un elemento di particolare attenzione è rappresentato dalle previsioni di calo per il vitigno Ancellotta, stimato tra il 15% e il 20%, e per le zone colpite da eventi atmosferici avversi tra Bologna e Modena.
Grandinate violente e la formazione di trombe d’aria hanno inferto danni rilevanti ai vigneti, compromettendo la resa potenziale e richiedendo interventi di gestione del rischio e di ripristino della funzionalità produttiva.

Il contesto meteorologico primaverile, segnato da precipitazioni moderate e un alternarsi di giornate calde e fresche, ha favorito lo sviluppo del grappolo, contribuendo a incrementare il grado zuccherino e ad intensificare il profilo aromatico delle uve.

Questo scenario positivo è tuttavia temperato da una crescente preoccupazione per l’aumento previsto delle temperature estive, che potrebbe inibire il processo di maturazione e alterare il raggiungimento di un equilibrio ottimale tra zuccheri, acidità e aromi.

La situazione fitosanitaria, sebbene globalmente sotto controllo, presenta alcune criticità localizzate.
Nel Modenese e nel Reggiano si registrano problematiche legate a malattie fungine della vite, richiedendo un monitoraggio costante e l’impiego di strategie di difesa mirate.
In Romagna, invece, si temono danni causati da attacchi di insetti e fenomeni di marciume, che potrebbero compromettere la qualità del prodotto finale.

Il presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna, Marcello Bonvicini, ha espresso un allarme sul delicato momento che il settore vitivinicolo sta attraversando.

L’eccessiva offerta di uva, unitamente ai prezzi bassi praticati, il calo dei consumi di vino rosso e l’incertezza legata all’applicazione di dazi da parte degli Stati Uniti, rischiano di innescare una crisi strutturale.
In questo contesto, Confagricoltura sollecita un maggiore impegno nella programmazione dell’offerta, nell’adozione di strategie innovative per la valorizzazione dei prodotti e nell’apertura di nuovi mercati, al fine di garantire la sostenibilità economica e la competitività del settore.

L’agricoltura italiana, e in particolare quella vitivinicola emiliano-romagnola, si trova a fronteggiare sfide complesse, che richiedono una risposta coordinata e proattiva da parte di tutti gli attori coinvolti.

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