Il tribunale di Bologna ha posto fine a una vicenda giudiziaria complessa e dolorosa, legata a un episodio di violenza calcistica risalente al febbraio 2019, che ha visto coinvolti due sostenitori della Fortitudo Basket.
Il processo, presieduto dalla giudice Simona Siena, ha concluso un iter legale segnato da percorsi processuali divergenti e risultati contrastanti per gli imputati.
L’evento, verificatosi in via San Mamolo, si è manifestato come un’escalation di violenza in un contesto di rivalità sportiva.
Un giovane tifoso fortitudino, inaspettatamente, è stato colpito da un’esplosione di un ordigno pirotecnico, un atto aggressivo diretto verso un altro sostenitore, questa volta legato alla squadra rivale, la Virtus.
Le conseguenze fisiche per la vittima sono state drammatiche, culminando nell’amputazione parziale di tre dita della mano destra, un trauma permanente che ha profondamente alterato la sua vita.
Gli imputati, inizialmente avevano declinato l’opzione del rito abbreviato, un percorso processuale più rapido che tre anni fa aveva portato a condanne per altri soggetti coinvolti.
Questa scelta ha comportato un processo in contraddittorio più lungo e complesso, con la necessità di ricostruire la dinamica degli eventi e accertare le responsabilità individuali.
Il primo imputato, assistito dagli avvocati Jose Elmer Malaguti e Tiziana Govoni, è stato condannato a sette mesi di reclusione, sospesa condizionalmente, e all’obbligo di risarcire il danno subito dalla parte civile, rappresentata dall’avvocato Aldo Savoi Colombis.
L’ammontare esatto del risarcimento sarà determinato in una successiva sede civile, ma è stata già stabilita una provvisionale di 8.000 euro a favore della vittima.
La condanna, pur attenuata dalla sospensione condizionale, riflette la gravità delle lesioni causate e la necessità di una riparazione, seppur parziale, del danno subito.
L’altro imputato, difeso dall’avvocato Daniele Benfenati, è stato assolto a causa dell’insufficienza di prove.
Questo verdetto sottolinea l’importanza del rispetto dei principi fondamentali del diritto penale, che richiedono una certezza probatoria al di là di ogni ragionevole dubbio per poter pronunciare una sentenza di condanna.
L’assoluzione, sebbene possa suscitare emozioni contrastanti, si basa sul rigore applicativo dei principi di diritto e sulla necessità di tutelare la presunzione di innocenza.
L’avvocato Savoi Colombis, commentando la conclusione del processo, ha espresso il rammarico per un episodio che ha trasformato una manifestazione di passione sportiva in un’occasione di violenza e dolore.
Ha evidenziato come, anziché un corteo di tifosi, in via San Mamolo si sia verificato un evento traumatico che ha colpito anche un sostenitore della stessa squadra dei presunti aggressori, sottolineando l’assurdità e l’inaccettabilità di tali azioni.
La vicenda solleva interrogativi sulla gestione della passione sportiva, sulla necessità di promuovere un comportamento responsabile e sul ruolo della giustizia nel perseguire e punire i comportamenti violenti che negano il rispetto della legalità e la dignità delle persone.
La vicenda si chiude con la speranza che simili episodi non si ripetano, e che il rispetto e la sportività prevalgano sempre.







