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domenica 26 Ottobre 2025

Welfare emiliano-romagnolo: un banco di prova per l’Europa.

Il dibattito sull’efficacia del modello di welfare emiliano-romagnolo è centrale per comprendere le sfide che interrogano l’intero sistema di protezione sociale europeo.

Piuttosto che una semplice verifica di stabilità, la questione solleva interrogativi profondi sulle fondamenta stesse di un sistema costruito nel tempo e ora chiamato a reinventarsi.

L’assessora al Welfare regionale, Isabella Conti, ha sottolineato come la tenuta del sistema emiliano-romagnolo rappresenti un indicatore cruciale per la salute del welfare europeo, quasi un banco di prova per l’efficacia delle politiche sociali contemporanee.

La forza del modello emiliano-romagnolo risiede in un’eredità di investimenti strategici, nella creazione di reti di supporto capillari e nel ruolo imprescindibile del terzo settore, che agisce come ponte tra istituzioni e comunità, intercettando bisogni complessi e spesso inespressi.
Tuttavia, l’assessora Conti ha messo in guardia contro l’autocompiacimento, evidenziando l’urgenza di un’opera di rifacimento, un’evoluzione proattiva piuttosto che una reazione tardiva.
La complessità demografica – con il calo delle nascite e l’invecchiamento della popolazione – rappresenta una delle sfide più pressanti, aggravata da difficoltà nell’accesso all’assistenza sanitaria territoriale e dalla precarizzazione del mercato del lavoro, fattori che generano nuove forme di vulnerabilità sociale.

La politica del futuro, secondo Conti, non può essere reattiva, ma deve possedere la capacità di prevedere le dinamiche sociali, di individuare i segnali di disagio ancora latenti e di intervenire in modo tempestivo, contrastando l’emersione di crisi complesse.
Si tratta di un approccio proattivo che richiede un ripensamento delle strategie di intervento, un investimento nella prevenzione e un potenziamento della capacità di ascolto e di risposta del sistema di welfare.

La responsabilità che grava sulle istituzioni è quella di assicurare la sostenibilità del sistema nel tempo, ma ciò implica un impegno concreto e immediato, un’azione mirata a prevenire che le criticità si trasformino in emergenze che ne compromettano la tenuta.
La resilienza del welfare emiliano-romagnolo è, in definitiva, un patrimonio da proteggere e da evolvere, una sfida che richiede visione, coraggio e una profonda consapevolezza delle trasformazioni sociali in atto.

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