Il palcoscenico del Palazzo dello Sport a Roma è stato il battesimo di una nuova era artistica per Annalisa, un’era declinata in capitoli che ne esplorano la metamorfosi personale e la ritrovata libertà espressiva.
“È un tema che mi sta profondamente a cuore, forse il più importante,” ha dichiarato la cantautrice, riflettendo sulla profonda connessione tra il suo percorso interiore e la sua musica.
Il tour “Ma noi siamo fuoco, Capitolo I” non è semplicemente una serie di concerti, ma un’immersione in un universo di significati, co-creato con il coreografo Simone Baroni e un team di ballerini che ne hanno interpretato le sfumature più intime.
Lo spettacolo si articola in tre atti onirici, veri e propri tasselli di un mosaico che racconta il viaggio interiore di Annalisa: il fuoco primordiale, la fluidità del fiume, la potenza indomita della tigre.
L’energia si propaga con “Dipende”, si intensifica con le impetuose note di “Tsunami” e “Stelle”, culminando in un momento iconico in cui la cantante, sospesa in aria grazie a un’imbracatura, sfida la gravità e le convenzioni.
Il culmine emotivo è segnato dall’interpretazione di “Sweet Dreams (Are Made of This)”, un inno alla realizzazione dei propri sogni, arricchito da un medley di brani che ripercorrono le tappe fondamentali della sua evoluzione artistica.
La terza sezione, vibrante e audace, sprigiona una sensualità inaspettata, sancita da un gesto simbolico: baci appassionati tra i ballerini, in perfetta sintonia con l’atmosfera di “Mon amour”.
Un percorso coraggioso che prosegue con “Esibizionista”, “Maschio” e si conclude con l’affermazione potente di “Io sono”.
Annalisa ha parlato apertamente con i giornalisti del suo approccio alla rappresentazione della femminilità.
“Cerco di raccontare il mio punto di vista, con assoluta sincerità e soggettività.
Metto sul palco la mia storia, la mia visione, le mie idee, la mia esperienza di vita.
Non faccio altro che rivelare le mie fragilità, i miei punti di forza, ciò che mi spinge ad indagare.
” Questa trasparenza, questa vulnerabilità, è il cuore pulsante del progetto “Ma noi siamo fuoco”.
Il “Capitolo I” è soltanto l’inizio di un percorso più ampio, un preludio a una serie di tappe future.
“Non si tratta necessariamente di eventi live,” ha spiegato Annalisa, delineando la visione di un progetto in continua evoluzione.
“Mi immagino ‘Ma noi siamo fuoco’ come una sequenza di step, iniziata con l’album e destinata a proseguire con altre iniziative che stiamo sviluppando.
” Lontana da pause e riflessioni, Annalisa guarda al futuro con determinazione, desiderosa di vivere appieno ogni fase di questa avventura artistica.
Il tour proseguirà a Milano, Eboli, Bari, Bologna e Torino, portando con sé l’eco di una trasformazione appena iniziata e la promessa di nuove, sorprendenti rivelazioni.
L’obiettivo è non solo intrattenere, ma anche ispirare e connettere, creando un dialogo intimo con il pubblico e lasciando un’impronta duratura nel panorama musicale italiano.






