A trenta anni dalla pubblicazione del libro che ne ha ricostruito la testimonianza, e a distanza di quasi mezzo secolo dalla ferocia della strage di Bologna, emerge un nuovo, potente atto di memoria: una canzone intitolata “10.24”.
Il progetto musicale, a cura del collettivo Bsmc – Matteo Morosi, Francesco Menniti e Bruno Genco – traduce in forma artistica il racconto vivido e lacerante di Roberto Castaldo, ferroviere e sopravvissuto, testimone oculare degli eventi che il 2 agosto 1980 sconvolsero la città.
“10.24” non è una semplice composizione, ma un omaggio a una realtà devastante e un tentativo di rendere tangibile l’indicibile.
Il titolo stesso rimanda all’ora precisa dell’esplosione, un momento che segnò una frattura nella storia italiana, lasciando un’eredità di dolore e domande ancora aperte.
Roberto Castaldo, all’epoca giovane ferroviere, si trovava in prossimità dell’Adria Express, destinato a Milano, a pochi metri dalla sala d’attesa.
La sua salvezza, paradossalmente, fu garantita dalla struttura metallica della pensilina che, pur travolta dall’onda d’urto, lo protesse dalla furia dell’esplosione.
La sua immediatezza nel soccorrere i feriti e nel recuperare i corpi delle vittime, una catena di gesti umani in un contesto di distruzione, testimonia la forza dell’istinto di sopravvivenza e della solidarietà.
La sua azione, quella di trasportare una salma sull’autobus numero 37, improvvisamente convertito in un mezzo per la raccolta dei corpi dei defunti, incarna il senso di comunità e la necessità di reagire al dolore con azioni concrete.
La canzone, disponibile su tutte le piattaforme digitali e in attesa di una pubblicazione in formato vinile, non si limita a narrare i fatti.
L’approccio del collettivo Bsmc mira a cogliere l’essenza emotiva dell’esperienza di Castaldo, a ricostruire l’atmosfera di sgomento e disorientamento che si impadronì della stazione.
Attraverso l’uso di sonorità evocative e una narrazione suggestiva, “10.24” vuole essere un invito alla riflessione, un monito contro l’oblio e un tributo alla resilienza di chi, in prima linea, ha affrontato l’orrore e continuato a testimoniare.
La scelta del vinile, formato musicale simbolo di un’epoca, sottolinea il desiderio di ancorare la memoria di quel tragico evento in una forma duratura, fruibile e capace di raggiungere un pubblico sempre più ampio, affinché la storia non si ripeta.
Il progetto si propone come ponte tra le generazioni, un modo per trasmettere la memoria collettiva e promuovere la consapevolezza civile, alimentando la ricerca della verità e la giustizia.