L’Illusione del Palcoscenico: *Ciarlatani* di Pablo Remón con Silvio OrlandoCelebrazioni di Bologna ospita, dal 5 al 7 dicembre, una riflessione acuta e multiforme sulla natura effimera del successo e la costruzione dell’identità artistica con *Ciarlatani*, adattamento italiano de *Los Farsantes* di Pablo Remón, interpretato da Silvio Orlando e da un cast vibrante composto da Francesca Botti, Davide Cirri e Blu Yoshimi.
Lo spettacolo, che si preannuncia come un’esperienza teatrale complessa e stratificata, sviscera il mondo dello spettacolo – tra teatro e audiovisivo – svelando le ambiguità, le fragilità e le contraddizioni di chi vi opera.
Al centro della narrazione troviamo due figure emblematiche: Anna Velasco, un’attrice intrappolata in una sorta di limbo professionale, dove le lezioni di pilates e i ruoli in spettacoli per l’infanzia si contrappongono al sogno irrisolto di una parte che la consacri, e Diego Fontana, un regista affermato nel cinema commerciale, un maestro nel creare narrazioni di successo destinato a un pubblico vasto, improvvisamente catapultato di fronte a una profonda crisi esistenziale.
L’imprevisto evento che sconvolge la sua esistenza lo costringe a una radicale revisione del suo percorso professionale, spingendolo a interrogarsi sul significato della sua arte e sulle priorità della sua vita.
A tessere il filo che connette le loro vicende è la figura paterna di Eusebio Velasco, regista di culto degli anni ’80, un’ombra lunga che incombe sui desideri e sulle scelte dei protagonisti, un archetipo dell’artista tormentato e distante, che ha scelto l’eremitaggio artistico come forma di resistenza al sistema.
Il peso dell’eredità paterna, le aspettative inespresse e il rimpianto per le opportunità mancate si rivelano elementi cruciali per comprendere le dinamiche relazionali e le scelte artistiche dei protagonisti.
Remón, in una visione autoriale ambiziosa, concepisce *Ciarlatani* come un’opera caleidoscopica, un mosaico di narrazioni intrecciate, che trascende i confini tradizionali del teatro.
L’utilizzo di stili diversi – un approccio cinematografico per il racconto di Anna, con un narratore onnisciente e un continuo gioco tra sogno e realtà, e un linguaggio teatrale più realistico per la storia di Diego – contribuisce a creare un’esperienza frammentata e non lineare.
Inoltre, l’inserimento di una sezione autogiocale in cui l’autore affronta accuse di plagio aggiunge un ulteriore livello di metateatro, stimolando la riflessione sul ruolo dell’artista e sulla veridicità della rappresentazione.
*Ciarlatani* si configura quindi come un romanzo teatrale, un’opera corale che esplora i meccanismi del successo, le illusioni del palcoscenico e la difficoltà di definire un’identità autentica in un mondo dominato dalle apparenze e dalle convenzioni.
È una riflessione sulla fragilità dell’uomo di spettacolo, costretto a recitare un ruolo non solo davanti alla telecamera o sotto i riflettori, ma anche nella vita stessa.






