Il cinema italiano non solo sopravvive, ma prospera, smentendo ripetutamente le profezie di declino che lo hanno perseguitato con l’avvento di ogni nuova tecnologia. Dalla televisione all’home video, fino all’era delle piattaforme streaming, il grande schermo ha costantemente dimostrato una capacità unica: quella di trasformare l’esperienza cinematografica in un evento sociale irripetibile, un catalizzatore di interesse che amplifica la risonanza e il valore dei suoi contenuti ben oltre la fruizione immediata in sala. Questa vitalità si traduce in un comparto industriale di rilevanza nazionale, che impiega oltre centomila professionisti, genera un fatturato di miliardi di euro e contribuisce in maniera significativa alla formazione dell’immaginario collettivo e alla reputazione culturale del Paese. Un’industria complessa e dinamica, troppo spesso oggetto di narrazioni superficiali e strumentali, che merita tutela, valorizzazione e una comprensione più profonda del suo impatto economico e culturale.Le cifre del primo semestre 2024, presentate nell’ambito di Cinè – Giornate di Cinema a Riccione, proiettano un futuro incoraggiante. Il mercato theatrical italiano ha registrato un primo semestre eccezionale, superando i 34 milioni di biglietti venduti e posizionandosi al vertice europeo, superando nazioni come la Spagna e avvicinandosi alla Germania. Questo risultato, particolarmente significativo, è stato trainato dalla solida performance del cinema nazionale, che ha non solo recuperato i livelli pre-pandemici, ma li ha ampiamente superati, conquistando una quota di mercato del 33,6%. Le impressioni positive raccolte durante eventi professionali internazionali a Las Vegas e Barcellona confermano l’esistenza di un’offerta cinematografica globale di grande interesse, con il 2025 che si preannuncia come un anno potenzialmente record.Il successo del cinema italiano, tuttavia, non è solo una questione di numeri. Benedetto Habib, presidente dell’Unione Produttori Anica, sottolinea come titoli di rilievo, capaci di generare un vero e proprio “effetto evento”, abbiano contribuito in modo determinante a sostenere il mercato. L’attenzione si è concentrata sulla capacità di intercettare un’esigenza di pubblico orientata verso esperienze cinematografiche uniche, capaci di richiamare gli spettatori in sala. Tuttavia, Habib riconosce la difficoltà riscontrata dai film di medio budget, per i quali è ancora necessario individuare nuove strategie per riconquistare il favore del pubblico.Si intravede un nuovo equilibrio tra la fruizione in sala e l’offerta sulle piattaforme streaming, un modello che, auspicabilmente, favorirà la produzione di film pensati per funzionare efficacemente sia in sala che in digitale, beneficiando sia il pubblico che i distributori. L’attesa per il ritorno di Checco Zalone con “Buen Camino” incarna questa speranza di un futuro positivo per il cinema italiano, un “buen camino” che si apra a nuove opportunità e successi. La capacità di innovazione e la resilienza dimostrata dal comparto cinematografico italiano pongono le basi per un futuro promettente, fondato sulla valorizzazione del talento, sull’attenzione alle esigenze del pubblico e sulla promozione di un’offerta culturale di eccellenza.
Cinema italiano: un successo che sfida i numeri e il futuro.
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